Pakistan: perplessità dei cristiani per il primo arresto nell’assassinio di Shahbaz
Bhatti
“È molto strano che dopo un lungo silenzio, la polizia abbia arrestato qualcuno che
ha lavorato per oltre 10 anni con Shahbaz Bhatti, verso il quale nutriva rancori personali”.
Interpellato dall'agenzia AsiaNews, non nasconde disappunto e contrarietà il vescovo
di Islamabad, mons. Rufin Anthony, in merito all’arresto di Hafiz Nazar Muhammad.
L’uomo è stato fermato il 19 giugno scorso ed è l’unico finora indagato dalla polizia
per l’assassinio del ministro per le Minoranze religiose. Perplessità e “sorpresa”
vengono manifestate anche da diversi leader cristiani pakistani, secondo cui la ricostruzione
fornita dagli inquirenti lascia spazio a numerosi interrogativi e lati oscuri. Rivendicata
dal gruppo estremista islamico Tehreek-e-Taliban Pakistan, la morte del parlamentare
cattolico sembra derubricata a dissapori interni alla comunità cristiana. Il vescovo
di Islamabad aggiunge un altro elemento che testimonia lo stato di emarginazione della
minoranza religiosa: “Nemmeno Paul Bhatti – spiega, riferendosi al fratello di Shahbaz,
nominato Consigliere speciale del premier sulle Minoranze – ha un’idea chiara del
suo ruolo e del suo futuro. Sembra ricoprire un ruolo di facciata, perché se il Partito
popolare pakistano (Ppp, al governo) cancella il ministero allora [Paul] perde tutti
i suoi poteri. E finora non ha detto una sola parola per condannare un passo simile”.
Kamal Dass, direttore esecutivo del Movimento cattolico per la pace, definisce “sorprendente”
il fatto che solo oggi, a distanza di tempo, l’avvocato e attivista Tahir Naveed Chaudhry,
legato al movimento di Bhatti Apma (All Pakistan Minorities Alliance) “affermi di
aver ricevuto lettere che denunciano il coinvolgimento di Nazar Muhammad”. E aggiunge
un altro elemento strano: che Chaudrhy, già membro dell’Assemblea provinciale del
Punjab (il Parlamento locale) non sia stato interrogato in precedenza durante l’indagine.
Le forze dell’ordine stanno interrogando Hafiz Nazar Muhammad, rintracciato attraverso
la mappatura del suo telefono cellulare. Il sospetto è stato fermato il 19 giugno
scorso, recluso nella caserma I-9 di Islamabad e incriminato in base all’articolo
302/34 del Codice penale pakistano (Ppc). Secondo la ricostruzione degli agenti, che
suscita molti interrogativi e perplessità, Nazar avrebbe lavorato a stretto contatto
con il parlamentare cattolico per almeno 10 anni e nutriva dissapori personali. Sulla
vicenda è intervenuto anche Paul Bhatti, il quale conferma di essere stato informato
da Chaudhry che “aveva ricevuto lettere anonime in cui si faceva il nome di Nazar
Muhammad quale persona implicata” nell’assassinio di Shahbaz. Il fratello del ministro
ucciso aggiunge che “[Chaudhry] ha contattato la polizia, che dopo una lunga indagine
ha fermato Nazar Muhammad” e ora “aspettiamo gli esiti degli interrogatori”. Il consigliere
speciale per le Minoranze ricorda infine che al momento si parla solo di “sospetti”
ed è “prematuro rilasciare dichiarazioni”, anche se fin dall’inizio sono emerse strani
scambi di accuse fra membri dell’Apma. (R.P.)