2011-06-23 15:59:47

Chiude a Firenze la 61.ma Settimana nazionale di aggiornamento pastorale


Una Chiesa tutta ministeriale non è una Chiesa clericalizzata ma è una Chiesa popolata anche di laici autentici ed evangelizzatori”. E’ questo uno dei passaggi fondamentali della “lettera al laico”, il documento diffuso al termine della 61a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale organizzata dal Centro di orientamento pastorale, che si è conclusa oggi a Firenze e che ha avuto come tema “educarsi alla corresponsabilità. I battezzati nel mondo alla prova della vita quotidiana”. “Preti e laici, tutti”, si legge nella lettera, “siamo chiamati alla santità e ad annunciarla con la vita, con scelte concrete nel fare il prete, nel matrimonio, nella vita consacrata. Abbiamo una missione comune: annunciare il Vangelo”. Una relazione, quella tra preti laici, che deve essere sviluppata verso una corresponsabilità matura, non per togliere il governo della parrocchia al sacerdote, ma per “favorire il lavoro comune ciascuno con il suo livello di responsabilità”. “Il quadro della corresponsabilità è più ricco di una rivendicazione, è più vivo di un dovere, è più aperto di un impegno, è più concreto di un sogno, è più vero di un’illusione: è una vocazione esigente cui Dio chiama tutti i battezzati, nessuno escluso”, ha affermato mons. Domenico Sigalini, presidente del Cop oltre che vescovo di Palestrina e presidente della Commissione episcopale per il laicato della Cei. Il presule, durante le conclusioni della Settimana ha ricordato che essere corresponsabili “prima che un diritto da far valere, è un grande dovere da assolvere” e che il laicato “è la spina dorsale della vita di una chiesa locale”. Per mons. Sigalini la corresponsabilità del laico deve quindi uscire dalla logica della delega e deve obbedire alla vocazione del battezzato, prendersi le responsabilità nel territorio e vivere da adulto nella fede, evangelizzando nelle strutture sociali, politiche e amministrative. “Per cristiani impegnati nelle istituzioni corresponsabilità non significa distribuzione di compiti, ma confronto e convergenza tra cristiani che operano nel territorio. Non esiste oggi responsabilità senza corresponsabilità, impegno nel mondo senza comunione”. (M.R.)







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