Africa occidentale: i narcotrafficanti rischiano di minacciare la stabilità politica
della regione
Il consumo di droga in Africa occidentale è in aumento e così l’organizzazione dei
narcotrafficanti. Sono questi i punti principali emersi dalla riunione dell’Iniziativa
della Costa dell’Africa Occidentale (Waci), che si è tenuta ieri a Dakar in Senegal.
La WACI, avviata nel 2009, promossa dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta
alla droga ed al crimine organizzato (Unodc), dall’Interpol e dalla Comunità Economica
degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecows/Cedeao), è volta a far fronte “al problema
crescente dei traffici illeciti, del crimine organizzato e dell’abuso di droga” in
quattro Stati della regione: Guinea Bissau, Liberia, Sierra Leone e Costa d’Avorio.
Riferisce l’agenzia Fides che secondo Alexandre Schmidt, responsabile per la regione
dell’Unodc, la quantità di droga sequestrata in Africa occidentale negli ultimi anni
è diminuita, ma questo dato riflette più una migliore organizzazione dei narcotrafficanti
che non un aumento dell’efficienza delle forze dell’ordine. Schmidt ha espresso il
timore che l’Africa occidentale segua lo stesso sviluppo del Messico, con le organizzazioni
criminali locali che soppiantano progressivamente i narcotrafficanti colombiani nei
lucrosi traffici di cocaina provenienti dall’America Latina diretti in Europa, passando
per le coste africane. Se si pensa che gli Stati della regione sono molto fragili,
anche a causa delle recenti guerre civili (ad esempio in Costa d’Avorio), si comprende
quale minaccia alla stabilità regionale rappresenti l’affermarsi di bande ben organizzate
di criminali, dotate di imponenti mezzi economici. Secondo Schmidt nel 2010 sono state
inoltre consumate nella regione 13 tonnellate di droga, principalmente cocaina. Per
combattere questo fenomeno gli esperti hanno sottolineato l’importanza di adottare
severe misure contro il riciclaggio del denaro di origine illecita. (M.R.)