Il cardinale Sandri alla plenaria della Roaco: la "primavera araba” sia occasione
di progresso
Non poteva non essere la "primavera araba", oltre ai semi gettati durante il Sinodo
per il Medio Oriente dell’ottobre scorso e che ora stanno germogliando, il centro
della 84.ma sessione plenaria della Roaco, l’organismo che coordina le opere in aiuto
alle Chiese orientali, aperta ieri in Vaticano. A tracciare un bilancio dell’anno,
e a illustrare i progetti per il futuro, è intervenuto il cardinale Leonardo Sandri,
prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il servizio di Roberta
Barbi:
Un anno di
eventi, viaggi e visite ufficiali, il cui racconto offre lineamenti utili a comporre
“il volto autentico delle Chiese”, che la Congregazione intende servire. Così il cardinale
Leonardo Sandri ha introdotto questa mattina i lavori della plenaria della Roaco,
con un diario di viaggio lungo un anno che lo ha portato dalla povertà dei Paesi del
Corno d’Africa, in particolare l’Eritrea, negli ultimi mesi ferita dal reclutamento
nelle forze armate dei giovani cattolici, agli incontri di dialogo in Argentina, a
Parigi e a Vienna, fino alla Siria prima che fosse sconvolta dalle proteste. E poi
il pellegrinaggio sulle orme dei Santi Maroniti: dagli Stati Uniti, dove ha concluso
il giubileo dei 1600 anni dalla morte di San Marone, fino al Libano, per venerarne
le reliquie. Un anno dove alla “primavera dei nuovi pastori” - perché molti sono stati
gli avvicendamenti nelle Chiese Orientali e i nuovi vescovi saranno a Roma per il
loro convegno in settembre - si è aggiunta la primavera dei Paesi arabi, alla quale
il porporato guarda con la speranza che costituisca una vera occasione di progresso
per le popolazioni, ma anche con il timore che possano crescere le discriminazioni
nei confronti dei cristiani, come spiega al microfono del nostro collega della redazione
francese, Charles-François Brejon:
“Questi movimenti
coincidono con lo schema di valori che ha la fede cristiana in molti casi. Certamente,
noi siamo per questo cambiamento che rispetti la dignità della persona umana, soprattutto
della libertà religiosa, ma siamo con tutti quelli che soffrono le conseguenze di
questi cambiamenti, perché così come si proclamano questi diritti, ci sono anche tante
sofferenze e violenze che a volte arrivano a tanti morti”.
Il cardinale
Sandri ricorda il Sinodo per il Medio Oriente dell’ottobre scorso, che è stato un
momento di riflessione illuminante e un “dono perdurante” che sta dando i suoi frutti:
un’esperienza da non lasciar cadere:
“Il Sinodo aveva fatto un appello
a tutti i cristiani del Medio Oriente e attraverso di loro a tutti gli abitanti del
Medio Oriente per la pace e per la riconciliazione, per la dignità della persona umana.
La Chiesa difende questa libertà, questa dignità della persona umana, specialmente
manifestata nella libertà religiosa e nel diritto ad avere tutte le cose necessarie
per vivere degnamente come uomini”.
La Congregazione per le Chiese Orientali
ha raccolto i frutti germogliati dal Sinodo nel rinnovato impegno in favore della
Terra Santa, patria spirituale di tutti i credenti, ma anche per l’Iraq, dove per
i cristiani perseguitati il calice è sempre amaro, e per l’Iran. A Betlemme, in particolare,
il dicastero ha avviato il progetto dell’Istituto Effatà Paolo VI che risponde alla
priorità della formazione, più volte evidenziata anche dal Santo Padre, fondamentale
per preparare il domani dell’Oriente cristiano.