Costa Rica: il parlamento rigetta la legge sulla fecondazione in vitro
Il disegno di legge che avrebbe consentito la fecondazione in vitro in Costa Rica
è stato respinto dalla Camera dei rappresentanti del Paese. Riferisce l’Osservatore
Romano che il progetto è stato accantonato “a causa di una serie di incongruenze ravvisate
nel costrutto della norma, giudicata, tra l’altro, contraddittoria e confusa”. Una
decisione presa dal parlamento con un risultato di stretta misura (26 voti contro
25), che non accoglie in questo modo le pressioni esercitate dalla Corte interamericana
dei diritti dell’uomo affinchè il provvedimento venisse approvato entro il 31 luglio.
I vescovi del Costa Rica avevano espresso in diverse occasioni le loro obiezioni al
progetto di legge, nell’intento di contribuire alla discussione parlamentare dalla
prospettiva dell’antropologia cristiana, dell’etica e del magistero ecclesiale. Già
nel mese di ottobre 2010, mons. Hugo Barrantes Ureña, arcivescovo di San José sollecitò
il governo costaricano a non approvare la normativa, in quanto la fecondazione in
vitro “è una tecnica che, per raggiungere le sue finalità, elimina, nel suo processo,
un grande numero di embrioni fecondati, cioè vite umane nascenti”. Il presule, nell’esprimere
“comprensione per gli sposi che non possono appagare il legittimo desiderio di avere
figli” ha sempre ricordato che “un bambino è sempre un dono” e, di conseguenza, non
può costituire un mero mezzo per “soddisfare un bisogno o desiderio, ma la sua inviolabile
dignità di persona richiede di essere trattato sempre come un fine”. Secondo il magistero
della Chiesa, il criterio fondamentale per chiunque voglia affrontare tale tema è
che “il frutto della generazione umana, fin dalla costituzione dello zigote, esige
il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità
corporale e spirituale: essere umano da trattare come persona dal momento del concepimento,
titolare dunque da quello stesso momento dei diritti della persona, soprattutto del
diritto inviolabile alla vita”. La Chiesa, hanno più volte ribadito i vescovi del
Costa Rica , è contraria alla fecondazione omologa in vitro, che comporta un’elevatissima
perdita di embrioni e la deliberata manipolazione delle cellule. Come riconosciuto
dalla Convenzione americana per i diritti umani, “ogni persona ha il diritto al rispetto
della propria vita, diritto protetto dalla legge e, in generale, a partire dal momento
del concepimento. Nessuno può essere privato arbitrariamente della vita”. (M.R.)