Benedetto XVI all’udienza generale: i Salmi insegnano a pregare con le parole di Dio
Lasciamoci insegnare da Dio come pregarlo: l’invito è stato rivolto stamane da Benedetto
XVI all’udienza generale in piazza San Pietro, dedicata al “libro di preghiera per
eccellenza”, il libro dei Salmi. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Un ‘formulario’
di preghiere, una raccolta di 150 Salmi che la tradizione biblica dona al popolo dei
credenti perché diventino la sua la nostra preghiera, il nostro modo di rivolgerci
a Dio”, così si presenta il Salterio, donato a Israele e alla Chiesa, ha spiegato
il Papa:
“In questo libro, trova espressione tutta l’esperienza umana
con le sue molteplici sfaccettature, e tutta la gamma dei sentimenti che accompagnano
l’esistenza dell’uomo”.
Tutta la realtà del credente confluisce
in queste preghiere:
“Nei Salmi, si intrecciano e si esprimono gioia
e sofferenza, desiderio di Dio e percezione della propria indegnità, felicità e senso
di abbandono, fiducia in Dio e dolorosa solitudine, pienezza di vita e paura di morire”.
Inni,
lamentazioni, canti di ringraziamento, salmi penitenziali e sapienziali che esprimono
insieme suppliche e lodi al Signore, “che si china sulle nostre fragilità”:
“Perché
la supplica è animata dalla certezza che Dio risponderà, e questo apre alla lode e
al rendimento di grazie; e la lode e il ringraziamento scaturiscono dall’esperienza
di una salvezza ricevuta, che suppone un bisogno di aiuto che la supplica esprime”.
“Pregando
i Salmi s’impara a pregare”:
“Poiché sono Parola di Dio, chi prega
i Salmi parla a Dio con le parole stesse di Dio, rivolgendosi a Lui con le parole
che Egli stesso ci dona. Così, pregando i Salmi si impara a pregare”.
Qualcosa
di analogo – ha osservato Benedetto XVI – avviene nel bambino che inizia a parlare
“con parole non gli appartengono in modo innato ma che egli apprende dai suoi genitori
e da coloro che vivono intono a lui”.
Tra le figure più citate nei Salmi
il Papa ha ricordato Re Davide, “re ‘secondo il cuore di Dio’”. “Instancabile e tenace
ricercatore di Dio, ne ha tradito l’amore; ma poi umile penitente, ha accolto il perdono
divino e ha accettato un destino segnato dal dolore”. “Orante appassionato”, “figura
messianica”, che in qualche modo adombra il mistero di Cristo, che nella sua vita
terrena ha pregato con i Salmi, cosi arricchiti di luce nuova:
“Prendiamo
dunque in mano questo libro santo, lasciamoci insegnare da Dio a rivolgerci a Lui,
facciamo del Salterio una guida che ci aiuti e ci accompagni quotidianamente nel cammino
della preghiera”.
Quindi l’invito finale di Benedetto XVI a partecipare
domani sera, Festa del Corpus Domini, alla Messa alle 19 in San Giovanni in
Laterano, cui seguirà la processione che raggiungerà attraverso via Merulana Santa
Maria Maggiore.
“Invito i fedeli di Roma e i pellegrini ad unirsi
in questo atto di profonda fede verso l'Eucaristia, che costituisce il più prezioso
tesoro della Chiesa e dell'umanità”.
Al termine dell’udienza, Benedetto
XVI ha ricevuto un quadro ricordo del collegamento, realizzato il 21 maggio scorso,
tra il Vaticano e la Stazione spaziale internazionale (Iss). Dono offerto dall'amministratore
capo della Nasa, Charles Bolden, e dal presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi),
Enrico Saggese.