2011-06-21 12:56:30

Somalia: si aggrava l'emergenza umanitaria dopo le dimissioni del premier


Continua ad essere drammatica la situazione della Somalia dopo le dimissioni del premier Mohamed Abdullahi Mohamed e l’assassinio avvenuto la settimana scorsa del ministro dell’Interno. Nel vuoto istituzionale che persiste, si aggrava anche la situazione umanitaria della popolazione minacciata da carestie e continui conflitti. Irene Pugliese ha intervistato Sandro De Luca, responsabile programmi in Africa del Cisp, Organizzazione non governativa attiva in progetti umanitari in molti Paesi del mondo:RealAudioMP3

R. – La Somalia, purtroppo, è un posto dove l’emergenza ormai è talmente strutturale che convive con la normalità. In questo momento si stanno sovrapponendo due crisi profonde: la crisi del conflitto, che ormai va avanti praticamente dall’inizio degli anni ’90, e quella invece legata alla crisi della siccità, che ha creato ulteriori ondate di sfollati interni, di persone in una situazione di insicurezza alimentare grave.

D. – Come si vive oggi in Somalia?

R. – La Somalia è un posto "strano", dove ci sono magari delle opportunità di costruire una vita “normale”, ma tutto questo può essere repentinamente spazzato via dal riaccendersi in quell’area del conflitto. La Somalia ha un bisogno assoluto di istituzioni che funzionino.

D. – L’attuale situazione politica vede un nuovo accordo che prevede uno slittamento delle elezioni ancora di un anno e le dimissioni del premier...

R. – La situazione è in evoluzione. Il primo ministro era una figura tecnica, ma popolare, tanto che la richiesta di dimissioni, che poi appunto sono state accolte, ha provocato manifestazioni molto diffuse nel Paese e il mandato del governo transitorio è stato esteso di un anno, nell’ambito di un processo di mediazione fra l’attuale presidente del governo provvisorio e lo speaker del Parlamento.

D. – Il vento di rivoluzione che ha scosso il Nord Africa in Somalia si è sentito?

R. – Indubbiamente, l’accordo sulle dimissioni del primo ministro ha incontrato una reazione popolare sincera. Ma la situazione della Somalia è tale che è veramente prematuro parlare di un vento di democrazia, che possa effettivamente incidere su una condizione così difficile.

D. – In una situazione così complicata come opera il Cisp?

R. – Cerchiamo di assicurare i livelli minimi accettabili di assistenza sanitaria, far funzionare le scuole, assicurare l’accesso all’acqua in zone dove questo è cruciale per la sopravvivenza della popolazione. (ap)







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