Pubblicato il rapporto "Italiani nel mondo 2011", promosso dalla Fondazione Migrantes
Continua ad aumentare il numero degli italiani che vive all’estero: attualmente sono
più di quattro milioni. La fotografia viene scattata dalla "Fondazione Migrantes"
della Conferenza episcopale italiana nel rapporto “Italiani nel mondo 2011”. Il dossier
è stato presentato oggi a Roma ed è dedicato in modo particolare ai 150 anni dell’Unità
d’Italia durante i quali circa 30 milioni di italiani, complessivamente, sono emigrati.
Il servizio di Debora Donnini.
Non ci sono
più gli esodi dei primi del ‘900 ma gli italiani continuano ad andare all’estero:
nel 2011 se ne contano oltre quattro milioni, centomila in più rispetto all’anno precedente.
A raccontare il volto dell’Italia fuori dai confini, attraverso i dati forniti dall’Associazione
italiani residenti all’estero, è la Fondazione Migrantes, nel rapporto “Italiani nel
mondo 2011”. Gli emigranti provengono soprattutto dal Sud e dalle isole. Roma, Milano
e Napoli le città da dove si va maggiormente via. Vivono soprattutto in altri Paesi
dell’Europa, 56%, poi in America, 39,6%, e a seguire negli altri continenti. Tra i
Paesi scelti figura in testa l’Argentina, poi la Germania, la Svizzera e ancora Francia
e Brasile. Gli italiani all’estero hanno per lo più fra i 30 e i 44 anni. In un messaggio
per l’occasione il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso l’auspicio
che in materia di emigrazione "la lezione del passato possa tradursi in un insegnamento
per il presente, rafforzando quell'antica attitudine all'accoglienza, all'asilo e
alla solidarietà che appartiene ai valori autentici del nostro popolo". La riflessione
di mons. Giancarlo Perego, direttore della "Fondazione Migrantes",
al microfono di Emanuela Campanile:
“Il mondo dell’immigrazione
italiana è stato soprattutto il mondo di un’Italia in povertà, in crisi, uscita dalla
Guerra. Effettivamente, i migranti partivano alla ricerca di un qualcosa di nuovo,
facendo diventare questo 'nuovo', cioè l’emigrazione italiana, un punto di partenza
anche per rinnovare l’Italia stessa, il proprio Paese d’origine, attraverso le rimesse,
i contatti frequenti, una diffusione della storia italiana in 190 Paesi del mondo.
In questo senso, allora, rileggere i 150 anni di storia significa anche rileggere
questo avamposto dell’economia, della cultura, della Chiesa italiana che è diventato
un valore aggiunto nella ricostruzione ma anche nella costruzione del nostro Paese”.
Le
cancellazioni anagrafiche attestano che circa 50 mila italiani vanno in Paesi stranieri
per ragioni di lavoro o di famiglia. Più numerosi sono quelli che espatriano per brevi
periodi di lavoro. L’emigrazione diventa più giovane con gli oltre 17 mila studenti
universitari che si sono spostati nell’anno accademico 2008/2009 all'interno del programma
Erasmus. E ancora, ci sono 6.153 operatori "espatriati" per conto delle Ong italiane,
centinaia di sacerdoti che assistono le collettività all'estero e migliaia di missionari.