2011-06-21 14:02:50

Laicità e libertà religiosa al centro della seconda giornata del Convegno promosso, a Venezia, dalla Fondazione Oasis


Seconda giornata di lavori a Venezia, al Convegno promosso dalla Fondazione Oasis sul tema, quanto mai attuale, "Medio Oriente verso dove? Nuova laicità e imprevisto nordafricano". Dal capoluogo veneto, il servizio del nostro inviato Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Continuano, al Convegno “Oasis” di Venezia, gli approfondimenti sulla realtà mediorientale, estesa a quanto sta avvenendo in tutto il mondo arabo-islamico. Ancora una volta, in evidenza, le particolarità dei rivolgimenti che stanno interessando la sponda Sud del Mediterraneo, ma anche Siria, Yemen e Bahrein. La possibilità che la protesta si allarghi a macchia d’olio a Paesi apparentemente stabili - come ad esempio l’Arabia Saudita - è oggi reale, proprio perché non si tratta di una mera richiesta di cambiamento ma esigenza di risposte importanti, che mettono in gioco l’organizzazione istituzionale stessa di questi Paesi, sinora fortemente confessionali, in senso islamico. La nuova laicità, citata dal titolo del Convegno, sembra proprio essere quel movimento - fatto soprattutto di giovani - che aspira ad un nuovo Stato, nel quale non sia la sharia, la legge islamica, unica fonte del diritto. Lo Stato laico in senso virtuoso è quello che garantisce il pluralismo, la tutela dei diritti umani, il rispetto di tutte le espressioni civili e religiose. Per dirla con un luogo comune, “una legge uguale per tutti”. Evidenti le ricadute positive, soprattutto per le comunità cristiane, che ora, in quei Paesi, sono invece ghettizzate, se non addirittura oggetto di attacchi indiscriminati. E se questi moti riusciranno a realizzare questi obiettivi, questa sarà la storia del prossimo futuro. Questi i temi affrontati questa mattina al Convegno della Fondazione Oasis, nel corso del quale è apparsa chiara una cosa: il rischio che si cada in una laicità antireligiosa che neghi ogni spiritualità è forte, ma il tentativo va comunque fatto. Di sicuro l’imprevisto nord-africano - per riprendere ancora il titolo del Convegno - non doveva essere una sorpresa per la Comunità Internazionale. E’ di questo avviso, prof. Paolo Branca, docente di cultura arabo-islamica all’Università Cattolica di Milano, intervistato qui a Venezia:

R. - C’era sicuramente da aspettarselo, perché, frequentando questi Paesi, si vedeva una situazione ormai insostenibile di dittatura, mancanza di rispetto dei diritti dei cittadini. Non si poteva prevedere quando, ma era facile immaginare che prima o poi la cosa sarebbe esplosa. Ed infatti, abbiamo visto, poi, con l’effetto-domino, quanto il terreno fosse pronto per questo.

D. - In che senso quanto sta avvenendo è una sfida per l’Occidente?

R. - E’ una sfida per tutti, perché molte delle cose che davamo per scontate - che sono terminate probabilmente anche con la fine della Guerra Fredda - ci mettono di fronte a nuove prospettive, dinanzi alle quali siamo tutti impreparati, ovviamente, ed in piena crisi economica non è facile trovare anche gli strumenti. Come sta dimostrando anche questo convegno, però, penso che siano rimesse in discussione molte cose, che possano anche portare - speriamo tutti - ad un passo in avanti. (vv)







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