Il sacerdote orionino, don Gaetano Piccinini, proclamato “Giusto fra le nazioni”
L’Istituto per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto, Yad Vashem, ha
conferito a don Gaetano Piccinini, scomparso 30 anni fa, il titolo di “Giusto tra
le nazioni”. Durante gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, don Piccinini salvò
molti ebrei tra cui lo scultore Arrigo Minerbi, autore della grande statua della Madonna
che benedice Roma da Monte Mario. La cerimonia ufficiale si terrà giovedì prossimo
presso il Centro Don Orione di Roma alla presenza, tra gli altri, del superiore generale
degli Orionini, don Flavio Peloso, che al microfono di Alessandro Gisotti
si sofferma sulla figura di don Piccinini:
R. – Gaetano
Piccinini è uno dei personaggi eminenti della nostra famiglia religiosa, fondata da
San Luigi Orione. La sua vita è tutta identificata con don Orione. Fu raccolto nel
terremoto della Marsica – aveva 11 anni – nel 1915, da don Orione stesso. Quindi,
Piccinini crebbe "in famiglia". Morto don Orione, lui è stato propulsore della Congregazione
in Italia e poi in Inghilterra e negli Stati Uniti. Si lanciava in tutte le emergenze.
Quella che ricordiamo con questa medaglia, per la salvezza di molti ebrei durante
la Guerra, è una di queste emergenze. Poi, anche successivamente, per esempio, si
è lanciato con impegno nel terremoto del Belice in Sicilia, a Gibellina, ma anche
nelle alluvioni del Polesine del ’51, fino al Vajont.
D. – Un coraggio
del cuore anche a rischio della vita. In particolare, in questa vicenda, lui salvò
la vita di molti ebrei...
R. – Divenne un po' il coordinatore in Congregazione
di tutta questa opera di salvezza. Questo intreccio di carità, prima lo rivolse verso
gli ebrei, poi in uno stretto spazio di tempo, salvò persone anche dell’ambito fascista
e poi partigiani: una carità a tutto campo! Come diceva don Orione, la carità non
guarda a chi bussa, se ha un nome, se ha una religione, se ha una patria, ma solo
se ha un dolore. Se c’era un'emergenza, Piccinini era presente! D.
– Tra gli ebrei salvati da don Piccinini anche lo scultore Arrigo Minerbi, a cui si
deve la statua della Madonnina benedicente da Monte Mario...
R. – Sì,
per riconoscenza, ma anche per amicizia. Quando si volle sciogliere quel voto che
Roma fece, raccogliendo più di un milione di firme per chiedere alla Madonna del Divino
Amore di salvare Roma - iniziativa portata avanti da amici ed ex allievi dell’Opera
don Orione – si pensò a lui per realizzare questa grande statua, e la onoriamo a Monte
Mario, benedicente su Roma. (ap)