Giornata di violenze in Iraq: decine di vittime per attacchi terroristici in diverse
località del Paese
Ennesima giornata di violenze in Iraq, dove si contano decine di vittime a seguito
di numerosi attentati in diverse località del Paese. Il più grave a Diwaniya contro
l'ufficio del governatore provinciale. Il punto nel servizio di Marco Guerra:
Un kamikaze
e un’auto bomba sono esplosi contemporaneamente davanti il checkpoint posto a protezione
della residenza del governatore a Diwaniya, 150 kilometri a sud di Baghdad. Il bilancio
fornito dalle autorità è pesantissimo: 25 morti e 30 feriti. La maggior parte delle
vittime sono poliziotti. Tensione altissima anche a Baghdad, dove in due diversi attentati
dinamitardi hanno perso la vita 2 persone e almeno altre 8 sono rimaste ferite. Sempre
nella capitale un militare è stato ucciso da colpi di arma da fuoco sparati da un’auto
in corsa. Giornata di sangue, infine, anche a Mussayab: qui si contano cinque vittime
a seguito dell’esplosione di una bomba in un locale pubblico. Con il completarsi del
ritiro delle truppe statunitensi, la recrudescenza della violenza sta colpendo le
forze di sicurezza locali ed esponenti dei governatorati provinciali. La questione
ieri è stata al centro del summit dei principali partiti politici iracheni, chiamati
a decidere una possibile estensione della presenza delle ultime truppe Usa oltre il
termine fissato per la fine del 2011. Il presidente iracheno Talabani ha spiegato
che le varie fazioni hanno concordato di tenere un altro meeting "presto" per assumere
una posizione politica comune.
Iran politica Sale la tensione
tra gli ultraconservatori iraniani dopo che il Parlamento oggi ha aperto una procedura
d'impeachment nei confronti del ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, fedelissimo
di Mahmoud Ahmadinejad, e poi ha bocciato la nomina a ministro dello Sport di Hamid
Sajadi, anch’egli indicato direttamente dal presidente. È solo l'ultimo episodio di
una disputa che dura da mesi tra i fedelissimi di Ahmadinejad e coloro che li accusano
di portare avanti una politica nazionalista laica in opposizione alla suprema guida
religiosa del Paese, l'ayatollah Ali Khamenei.
Pakistan, leader religiosi
contro terrorismo Nella regione pakistana del Nord Waziristan circa 300 leader
religiosi islamici hanno ufficialmente condannato gli attacchi suicidi, definendoli
‘haram’, cioè contrari alla religione musulmana. La condanna riguarda chiunque recluti
e addestri kamikaze, o compia qualsiasi “forma di attività terroristica”. Secondo
gli osservatori locali, l’incontro degli ‘ulema’ della scorsa settimana rappresenta
un “evento storico” per il Paese e per una regione considerata una roccaforte dei
talebani locali. Sempre in Pakistan, è stata fermata ieri ad un posto di blocco –
impedendo un attentato - una bambina di appena nove anni, che i terroristi avevano
costretto a indossare un giubbotto esplosivo.
Siria, il presidente Assad
proclama nuova amnistia Ancora al centro dell’attenzione internazionale la
Siria: secondo gli attivisti anti-governativi tre persone sono morte oggi per mano
delle forze di sicurezza durante alcuni scontri. Intanto come annunciato ieri nel
suo discorso, il presidente Bashar al-Assad ha proclamato oggi una nuova amnistia
generale. Ma le reazioni alle promesse di riforme e aperture fatte dal leader siriano
restano per lo più critiche. Il servizio di Davide Maggiore:
L’amnistia
concessa riguarda tutte le persone fermate fino a ieri, ed è la seconda dall’inizio
delle proteste: la prima era arrivata appena 20 giorni fa. Già da ieri però il discorso
di Assad era stato accolto freddamente a livello internazionale: il presidente turco,
Abdullah Gül, lo ha giudicato “non sufficiente”, invitando il governo di Damasco a
introdurre il multi-partitismo. “Atti e non parole” sono stati chiesti al presidente
siriano anche dal dipartimento di Stato americano, e di “punto di non ritorno” e “repressione
inaudita” ha parlato il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. A sostegno del
governo sono intanto scese in piazza a Damasco alcune decine di migliaia di persone.
I sostenitori del partito al potere rispondono così ai rappresentanti dell’opposizione,
che hanno annunciato il proseguimento della “mobilitazione popolare pacifica” fino
“alla caduta di Assad”. E sui social network gli attivisti denunciano anche l’invio
di nuove truppe tra Aleppo e il confine con la Turchia, Paese in cui si trovano ormai
quasi 11 mila profughi siriani.
Libia Secondo il regime libico
è salito a 19 civili uccisi il bilancio del raid condotto dalla Nato a Sorman, 70
km di Tripoli. Il raid, secondo fonti governative, ha colpito l'abitazione di Khouildi
Hamidi, uno dei 12 membri del Consiglio del Comando Rivoluzionario. Dal canto suo
l’Alleanza ha ammesso di aver condotto l’attacco, precisando tuttavia di aver preso
di mira, con bombardamenti di precisione, solo obiettivi militari. Intanto gli insorti
sono riusciti a interrompere il flusso di greggio che passava attraverso un oleodotto
situato nei pressi di Zintan. In questo modo viene meno una delle poche fonti di rifornimento
dei governativi. Prosegue infine il confronto fra i diversi Paesi dell’Alleanza sulla
durata dell’impegno militare. Il numero due dell’aviazione britannica ha detto che
“Londra non è in grado di sostenere le operazioni militari in Libia oltre il mese
di settembre”. Il premier britannico, David Cameron, assicura però che l’impegno durerà
“fino a che non sarà necessario”. Sulle operazioni in Libia intanto si è espresso
ieri anche il presidente italiano, Napolitano, affermando che l’Italia resta coerentemente
schierata nel quadro dell’impegno sancito dall’Onu.
Tunisia, condannato
ex presidente Ben Ali Il tribunale di Tunisi ha condannato ieri l’ex presidente
Ben Ali e sua moglie a 35 anni di prigione e a pagare l’equivalente di circa 46 milioni
di euro per malversazione. Un secondo atto del processo alla coppia presidenziale,
attualmente ospite in Arabia Saudita, si svolgerà il 30 giugno prossimo per le accuse
di possesso illegale di armi e droga.
Egitto politica In Egitto,
l’incitamento allo scontro tra musulmani e copti andrebbe reso “un crimine contro
la patria”: lo sostiene l’Università al-Azhar del Cairo, prestigioso centro culturale
e religioso dell’Islam sunnita. Nella ‘Carta’ presentata ieri, al-Azhar prende posizione
a favore di uno Stato egiziano che rispetti le altre religioni e ne protegga i luoghi
di culto, anche se la sharia, come già previsto dall’attuale costituzione, dovrebbe
rimanere la fonte principale delle leggi del nuovo Stato democratico. Intanto nel
Paese si diffondono notizie allarmanti sulla salute di Hosni Mubarak, che dovrebbe
essere processato in agosto. Secondo il suo avvocato l’ex-presidente soffre di un
cancro ormai “diffuso in tutto il corpo” nonostante un’operazione chirurgica subita
nel 2010 .
Sudan Il Nord e il Sud del Sudan hanno raggiunto un accordo
per la smilitarizzazione della regione petrolifera contesa di Abyei. Le truppe nordiste
di Khatrtoum avevano preso il controllo dell’area lo scorso 21 maggio, nonostante
non sia stata ancora definita la questione di chi avrà l’autorità politica nella zona,
dopo la proclamazione ufficiale dell’indipendenza del Sud, prevista per il 9 luglio.
Soddisfazione per l’accordo, che prevede la presenza di truppe etiopiche a garanzia
della pace, è stata espressa da Stati Uniti e Onu.
Russia, sciagura aerea Secondo
i primi rilevamenti, sarebbe stato un errore del pilota a causare la sciagura aerea
della notte scorsa avvenuta in Russia e costata la vita a 44 persone. Otto i sopravvissuti,
uno dei quali in gravi condizioni. Tra loro anche due fratelli di 9 e 14 anni. Il
velivolo, un Tupulev-134, ha tentato un atterraggio di emergenza su un'autostrada
nei pressi dell'aeroporto di Petrozavodsk, nella Repubblica di Carelia (Russia nord-occidentale).
L’aereo spezzatosi in due toccando terra, avrebbe poi preso fuoco.
Slovenia,
economia In Slovenia, il governo di centro-sinistra si indebolisce ancora,
dopo che uno dei partiti che lo sostenevano – il secondo in un mese – ha abbandonato
la maggioranza. Le difficoltà del governo erano cominciate dopo l’approvazione della
riforma delle pensioni, richiesta dal Fondo monetario internazionale per garantire
la stabilità dei conti pubblici del Paese, che fa parte della zona euro. La misura
aveva provocato le critiche del Partito dei pensionati, che aveva lasciato la maggioranza,
ed era stata poi respinta da un referendum all’inizio di questo mese. Il premier socialdemocratico
sloveno, Borut Pahor, ha dichiarato di voler continuare a guidare un esecutivo di
minoranza fino alla fine del mandato, previsto per il 2012. Il governo, tuttavia,
controlla oggi solo 33 seggi su 90 in Parlamento.
Italia - politica Con
317 sì, 293 no e due astenuti su 612 presenti, il Senato ha approvato questa mattina
la fiducia al Decreto legge Sviluppo del governo. Giornata decisiva, oggi, per la
politica italiana: dopo il voto di stamani, infatti, nel pomeriggio il presidente
del Consiglio Berlusconi interverrà a Palazzo Madama per avviare la verifica della
maggioranza, come richiesto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il discorso
del premier sul rilancio del programma di governo dovrebbe incentrarsi sulla riforma
fiscale. Ieri sera all’interno della maggioranza accordo raggiunto su due punti: l’apertura
al nord di sedi distaccate dei ministeri definite “operative”, per cui è stato presentato
un odg alla Camera, e la fine della partecipazione alle operazioni in Libia. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra e Davide Maggiore)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 172