2011-06-21 15:25:01

Giornata di violenze in Iraq: decine di vittime per attacchi terroristici in diverse località del Paese


Ennesima giornata di violenze in Iraq, dove si contano decine di vittime a seguito di numerosi attentati in diverse località del Paese. Il più grave a Diwaniya contro l'ufficio del governatore provinciale. Il punto nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Un kamikaze e un’auto bomba sono esplosi contemporaneamente davanti il checkpoint posto a protezione della residenza del governatore a Diwaniya, 150 kilometri a sud di Baghdad. Il bilancio fornito dalle autorità è pesantissimo: 25 morti e 30 feriti. La maggior parte delle vittime sono poliziotti. Tensione altissima anche a Baghdad, dove in due diversi attentati dinamitardi hanno perso la vita 2 persone e almeno altre 8 sono rimaste ferite. Sempre nella capitale un militare è stato ucciso da colpi di arma da fuoco sparati da un’auto in corsa. Giornata di sangue, infine, anche a Mussayab: qui si contano cinque vittime a seguito dell’esplosione di una bomba in un locale pubblico. Con il completarsi del ritiro delle truppe statunitensi, la recrudescenza della violenza sta colpendo le forze di sicurezza locali ed esponenti dei governatorati provinciali. La questione ieri è stata al centro del summit dei principali partiti politici iracheni, chiamati a decidere una possibile estensione della presenza delle ultime truppe Usa oltre il termine fissato per la fine del 2011. Il presidente iracheno Talabani ha spiegato che le varie fazioni hanno concordato di tenere un altro meeting "presto" per assumere una posizione politica comune.

Iran politica
Sale la tensione tra gli ultraconservatori iraniani dopo che il Parlamento oggi ha aperto una procedura d'impeachment nei confronti del ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, fedelissimo di Mahmoud Ahmadinejad, e poi ha bocciato la nomina a ministro dello Sport di Hamid Sajadi, anch’egli indicato direttamente dal presidente. È solo l'ultimo episodio di una disputa che dura da mesi tra i fedelissimi di Ahmadinejad e coloro che li accusano di portare avanti una politica nazionalista laica in opposizione alla suprema guida religiosa del Paese, l'ayatollah Ali Khamenei.

Pakistan, leader religiosi contro terrorismo
Nella regione pakistana del Nord Waziristan circa 300 leader religiosi islamici hanno ufficialmente condannato gli attacchi suicidi, definendoli ‘haram’, cioè contrari alla religione musulmana. La condanna riguarda chiunque recluti e addestri kamikaze, o compia qualsiasi “forma di attività terroristica”. Secondo gli osservatori locali, l’incontro degli ‘ulema’ della scorsa settimana rappresenta un “evento storico” per il Paese e per una regione considerata una roccaforte dei talebani locali. Sempre in Pakistan, è stata fermata ieri ad un posto di blocco – impedendo un attentato - una bambina di appena nove anni, che i terroristi avevano costretto a indossare un giubbotto esplosivo.

Siria, il presidente Assad proclama nuova amnistia
Ancora al centro dell’attenzione internazionale la Siria: secondo gli attivisti anti-governativi tre persone sono morte oggi per mano delle forze di sicurezza durante alcuni scontri. Intanto come annunciato ieri nel suo discorso, il presidente Bashar al-Assad ha proclamato oggi una nuova amnistia generale. Ma le reazioni alle promesse di riforme e aperture fatte dal leader siriano restano per lo più critiche. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

L’amnistia concessa riguarda tutte le persone fermate fino a ieri, ed è la seconda dall’inizio delle proteste: la prima era arrivata appena 20 giorni fa. Già da ieri però il discorso di Assad era stato accolto freddamente a livello internazionale: il presidente turco, Abdullah Gül, lo ha giudicato “non sufficiente”, invitando il governo di Damasco a introdurre il multi-partitismo. “Atti e non parole” sono stati chiesti al presidente siriano anche dal dipartimento di Stato americano, e di “punto di non ritorno” e “repressione inaudita” ha parlato il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. A sostegno del governo sono intanto scese in piazza a Damasco alcune decine di migliaia di persone. I sostenitori del partito al potere rispondono così ai rappresentanti dell’opposizione, che hanno annunciato il proseguimento della “mobilitazione popolare pacifica” fino “alla caduta di Assad”. E sui social network gli attivisti denunciano anche l’invio di nuove truppe tra Aleppo e il confine con la Turchia, Paese in cui si trovano ormai quasi 11 mila profughi siriani.

Libia
Secondo il regime libico è salito a 19 civili uccisi il bilancio del raid condotto dalla Nato a Sorman, 70 km di Tripoli. Il raid, secondo fonti governative, ha colpito l'abitazione di Khouildi Hamidi, uno dei 12 membri del Consiglio del Comando Rivoluzionario. Dal canto suo l’Alleanza ha ammesso di aver condotto l’attacco, precisando tuttavia di aver preso di mira, con bombardamenti di precisione, solo obiettivi militari. Intanto gli insorti sono riusciti a interrompere il flusso di greggio che passava attraverso un oleodotto situato nei pressi di Zintan. In questo modo viene meno una delle poche fonti di rifornimento dei governativi. Prosegue infine il confronto fra i diversi Paesi dell’Alleanza sulla durata dell’impegno militare. Il numero due dell’aviazione britannica ha detto che “Londra non è in grado di sostenere le operazioni militari in Libia oltre il mese di settembre”. Il premier britannico, David Cameron, assicura però che l’impegno durerà “fino a che non sarà necessario”. Sulle operazioni in Libia intanto si è espresso ieri anche il presidente italiano, Napolitano, affermando che l’Italia resta coerentemente schierata nel quadro dell’impegno sancito dall’Onu.

Tunisia, condannato ex presidente Ben Ali
Il tribunale di Tunisi ha condannato ieri l’ex presidente Ben Ali e sua moglie a 35 anni di prigione e a pagare l’equivalente di circa 46 milioni di euro per malversazione. Un secondo atto del processo alla coppia presidenziale, attualmente ospite in Arabia Saudita, si svolgerà il 30 giugno prossimo per le accuse di possesso illegale di armi e droga.

Egitto politica
In Egitto, l’incitamento allo scontro tra musulmani e copti andrebbe reso “un crimine contro la patria”: lo sostiene l’Università al-Azhar del Cairo, prestigioso centro culturale e religioso dell’Islam sunnita. Nella ‘Carta’ presentata ieri, al-Azhar prende posizione a favore di uno Stato egiziano che rispetti le altre religioni e ne protegga i luoghi di culto, anche se la sharia, come già previsto dall’attuale costituzione, dovrebbe rimanere la fonte principale delle leggi del nuovo Stato democratico. Intanto nel Paese si diffondono notizie allarmanti sulla salute di Hosni Mubarak, che dovrebbe essere processato in agosto. Secondo il suo avvocato l’ex-presidente soffre di un cancro ormai “diffuso in tutto il corpo” nonostante un’operazione chirurgica subita nel 2010 .

Sudan
Il Nord e il Sud del Sudan hanno raggiunto un accordo per la smilitarizzazione della regione petrolifera contesa di Abyei. Le truppe nordiste di Khatrtoum avevano preso il controllo dell’area lo scorso 21 maggio, nonostante non sia stata ancora definita la questione di chi avrà l’autorità politica nella zona, dopo la proclamazione ufficiale dell’indipendenza del Sud, prevista per il 9 luglio. Soddisfazione per l’accordo, che prevede la presenza di truppe etiopiche a garanzia della pace, è stata espressa da Stati Uniti e Onu.

Russia, sciagura aerea
Secondo i primi rilevamenti, sarebbe stato un errore del pilota a causare la sciagura aerea della notte scorsa avvenuta in Russia e costata la vita a 44 persone. Otto i sopravvissuti, uno dei quali in gravi condizioni. Tra loro anche due fratelli di 9 e 14 anni. Il velivolo, un Tupulev-134, ha tentato un atterraggio di emergenza su un'autostrada nei pressi dell'aeroporto di Petrozavodsk, nella Repubblica di Carelia (Russia nord-occidentale). L’aereo spezzatosi in due toccando terra, avrebbe poi preso fuoco.

Slovenia, economia
In Slovenia, il governo di centro-sinistra si indebolisce ancora, dopo che uno dei partiti che lo sostenevano – il secondo in un mese – ha abbandonato la maggioranza. Le difficoltà del governo erano cominciate dopo l’approvazione della riforma delle pensioni, richiesta dal Fondo monetario internazionale per garantire la stabilità dei conti pubblici del Paese, che fa parte della zona euro. La misura aveva provocato le critiche del Partito dei pensionati, che aveva lasciato la maggioranza, ed era stata poi respinta da un referendum all’inizio di questo mese. Il premier socialdemocratico sloveno, Borut Pahor, ha dichiarato di voler continuare a guidare un esecutivo di minoranza fino alla fine del mandato, previsto per il 2012. Il governo, tuttavia, controlla oggi solo 33 seggi su 90 in Parlamento.

Italia - politica
Con 317 sì, 293 no e due astenuti su 612 presenti, il Senato ha approvato questa mattina la fiducia al Decreto legge Sviluppo del governo. Giornata decisiva, oggi, per la politica italiana: dopo il voto di stamani, infatti, nel pomeriggio il presidente del Consiglio Berlusconi interverrà a Palazzo Madama per avviare la verifica della maggioranza, come richiesto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il discorso del premier sul rilancio del programma di governo dovrebbe incentrarsi sulla riforma fiscale. Ieri sera all’interno della maggioranza accordo raggiunto su due punti: l’apertura al nord di sedi distaccate dei ministeri definite “operative”, per cui è stato presentato un odg alla Camera, e la fine della partecipazione alle operazioni in Libia. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Davide Maggiore)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 172







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