2011-06-20 16:16:44

Siria. Discorso di Assad alla nazione: sì alle riforme, ma niente caos


In Siria, dove il presidente Bashar al-Assad ha pronunciato l’atteso discorso alla Nazione in risposta alle crescenti proteste popolari. Il capo di Stato ha puntato il dito contro quelli che ha definito sabotatori e ha parlato di riforme , mentre in Turchia sono ormai oltre 10.000 i profughi siriani fuggiti delle repressioni. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

“Il processo di riforme politiche ed economiche in Siria proseguirà, ma non nel caos e in un clima di sabotaggio contro la nazione”. Mostra fermezza e qualche apertura il presidente siriano, Bashar al-Assad, nel suo terzo discorso in più di tre mesi di proteste antigovernative, pronunciato stamani dall'aula magna dell'universita' di Damasco e diffuso dalla televisione di stato. Nella locuzione durata circa un’ora e venti il capo di Stato ha parlato di “complotto” che “ci rende più forti” e ha accusato “una esigua minoranza della società siriana” di sfruttare le mobilitazioni popolari frutto di “richieste legittime del popolo”. Il leader sirano ha quindi ringraziato “i soldati che hanno dato la vita per la sicurezza della nazione” ma non ha fatto alcun riferimento alle circa 1300 vittime della repressione, denunciate dagli attivisti per i diritti umani. Assad ha poi assicurato che, oltre alle riforme già annunciate, “sarà formato un comitato per emendare alcuni articoli della costituzione”, e che ad agosto “se non ci saranno ritardi nella commissione per il dialogo nazionale sarà eseguita la riforma del parlamento”. Per favorire la pacificazione il presidente ha quindi annunciato che intende concedere un'altra amnistia generale e ha detto ai profughi siriani in Turchia di tornare in patria senza temere rappresaglie. E mentre la comunità internazionale continua a premere per un’accelerazione sulle riforme, Assad incassa l’esplicito sostegno della Russia. Medvedev ha detto che Mosca utilizzerà il suo diritto di veto all'Onu contro qualsiasi risoluzione che autorizzi l'uso della forza contro la Siria.







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