In Tajikistan una legge per fermare il radicalismo islamico
La Camera Bassa del Parlamento tajiko ha appena approvato la “legge sulla responsabilità
genitoriale” che ha l’obiettivo di fermare il radicalismo che sta prendendo piede
nella società, in particolare il radicalismo islamico. Il provvedimento, infatti,
riferisce l’agenzia Fides, dichiara illegale far frequentare ai bambini luoghi di
culto o scuole religiose non riconosciute dallo Stato e prevede pene molto severe,
fino a 12 anni di carcere, per i fondatori di scuole non autorizzate che si pongono
l’obiettivo di indottrinare i più piccoli. Il testo, varato con una maggioranza schiacciante,
era fortemente voluto dal governo di Okil Okilov, ma è stato aspramente criticato
da alcuni leader musulmani che lo definiscono “confuso”. Il concetto di responsabilità
genitoriale risulta nella legge, in effetti, molto allargato, e abbraccia l’educazione
alla moralità della prole e l’obbligo dei genitori a impedire che i figli fumino,
bevano, si droghino o si facciano tatuaggi, pur non prevedendo specifiche sanzioni.
La normativa deriva dall’osservazione di alcuni dati preoccupanti raccolti dalle Ong
attive in Tajikistan, secondo le quali i bambini di strada, che nel Paese sono circa
novemila su una popolazione che ha il 35% di minori sotto i 14 anni d’età, sono nel
mirino degli estremisti che intendono reclutarli per trasformarli in piccoli terroristi.
Secondo gli osservatori occidentali, infine, il 95% della popolazione tajika è di
fede islamica e l’area della Valle Rasht è considerata roccaforte dei gruppi radicali.
(R.B.)