Presentato il Simposio internazionale contro gli abusi nella Chiesa che la Gregoriana
ospiterà nel 2012. Intervista con mons. Scicluna
“L’abuso sessuale da parte di un prete è un delitto e un abuso di potere spirituale”.
Lo ha affermato questa mattina mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della
Congregazione per la Dottrina della Fede, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione
del Simposio dal titolo “Verso la guarigione e il rinnovamento”. L’evento, che si
svolgerà dal 6 al 9 febbraio 2012, è stato promosso, e sarà ospitato, dalla Pontificia
Università Gregoriana allo scopo di dare una risposta al dramma degli abusi sessuali
all’interno della Chiesa. A seguirne la presentazione c’era per noi Fausta Speranza:
Sostenere
la Chiesa in tutto quello che fa contro il dramma degli abusi. Questo è l’obiettivo
con cui l’Università Gregoriana sta preparando il Simposio, che vorrà far incontrare
le dolorose esperienze di diverse parti del mondo. Lo spiega il rettore dell’illustre
istituzione accademica, che parla di risanamento, di prevenzione, di attenta formazione
dei sacerdoti. Il titolo scelto per l’incontro è “Verso la guarigione e il rinnovamento”.
Offre dunque l’idea di un cammino da fare, così come incoraggia con forza Benedetto
XVI. E, in questo cammino, l’Università Gregoriana intende contribuire a uno studio
che non trascuri nessun aspetto per un approccio che possiamo definire scientifico,
come assicura il responsabile del Comitato preparatorio del Simposio, padre
Hans Zollner, che è preside dell’Istituto di psicologia dell’Università
stessa:
“Certamente, come Università Gregoriana, vogliamo affrontare
questi temi dal punto di vista dello ‘stato dell’arte’ della scienza della psicologia,
della psichiatria e della giurisprudenza e anche all’interno della Chiesa, delle norme
che sono ormai in vigore dopo la Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina
della fede del 16 maggio scorso. Abbiamo deciso anche di mettere a fuoco questo tema,
perché la Congregazione stessa sollecita le Conferenze episcopali affinché sviluppino
linee guida per come trattare gli abusatori e come provvedere affinché questi casi
non si ripetano; come anche guarire, o contribuire per quanto possibile a guarire,
le ferite delle vittime”.
Lo studio si avvarrà anche di un nuovo
centro “e-learning multilinguistico”, strumento pensato per migliorare l’informazione
e la prevenzione. Inoltre, l’approfondimento di studio, già da ora fino a febbraio,
sarà reso pubblico: c’è l’impegno, infatti, a presentare comunicati stampa con una
certa scadenza. Al Simposio parteciperanno vescovi ed esperti di tutto il mondo, tutti
con il loro carico di esperienza, che sarà diverso ma che porterà sempre il peso del
dolore per la grave ferita inferta dagli abusi sessuali alla Chiesa tutta e - come
ha detto Benedetto XVI - al corpo di Cristo. In particolare, il dolore, ma non senza
speranza, emerge dalle parole di Sheila Hollins, professore di
Psichiatria alla St. George University di Londra, che ha assistito il cardinale O’Connor
come visitatore in Irlanda dopo la Lettera del Papa ai cattolici irlandesi:
"Not
in any way try to..."
In nessun modo può tentare di spiegare fino
in fondo quanto accade nei casi di abusi, sottolinea Sheila Hollins e parla di ‘ascolto
delle voci delle vittime, di costruzione della credibilità’. Parla di effetti gravi
sugli equilibri mentali, di vergogna e di rabbia. Per due settimane con il cardinale
O’Connor ha incontrato persone vittime di abusi e afferma che è stata esperienza fondamentale
del suo percorso professionale. Parla, poi, anche di forte autocritica sentita tra
gli uomini di chiesa. Le sue parole sembra ben si sposino con le raccomandazioni di
monsignor Scicluna, promotore di Giustizia della Congregazione per la Dottrina della
Fede, che ricorda che ogni prevenzione deve partire dalla consapevolezza dei danni
che gli abusi sessuali fanno alle vittime e che quello che subiscono è qualcosa di
orrendo, che sottolinea, ha tre dimensioni: è peccato, è delitto canonico, è crimine
per la giustizia civile. (ma)
Sugli aspetti salienti del Simposio in
programma nel prossimo febbraio e, più in generale, sul complesso delle iniziative
messe in campo dalla Chiesa per combattere il crimine degli abusi contro i minori
commessi dal clero, la collega della nostra redazione francese, Helene Destombes,
ha intervistato mons. Charles Scicluna, promotore di Giustizia
della Congregazione per la Dottrina della Fede:
R. – Il Simposio è una
iniziativa lodevole della Pontificia Università Gregoriana, per aiutare i vescovi
ed i superiori religiosi a rispondere adeguatamente alla richiesta della Congregazione
per la Dottrina della Fede – di cui sono promotore di giustizia – di preparare direttive
e piani pastorali efficaci sul tema degli abusi sessuali. Noi vediamo un’esigenza,
una richiesta da parte di alcuni episcopati di mezzi di approfondimento del problema
e anche di poter condividere l’esperienza di altri episcopati, insieme con la possibilità
di discutere alcune tematiche comuni per poter poi attualizzare meglio delle politiche
su piano locale, perché evidentemente – come dice anche la Lettera circolare della
Congregazione per la Dottrina della Fede – ogni episcopato ha la responsabilità di
prendere degli spunti dalla Lettera circolare e tradurli in normativa e politica ecclesiale
adeguata alla cultura e alle circostanze particolari delle nazioni.
D.
– E’, dunque, un modo di accompagnare i vescovi, magari di farli sentire meno soli
davanti a questa grande impresa?
R. – Direi che questa sia una considerazione
giusta, anche perché così si vive l’ecclesialità del momento: non solo per il fatto
che dove una Chiesa particolare soffre, dove anche un singolo individuo soffre, tutto
l’organismo ecclesiale subisce l’urto, ma anche per il fatto che, per poter rispondere
adeguatamente a un problema, ci si sente parte della Chiesa universale, della Chiesa
veramente “cattolica”.
D. – Concretamente, quali saranno le vie proposte
per attuare tali direttive?
R. – La Lettera circolare parla di alcuni
aspetti generali che saranno anche oggetto di approfondimento, di input da parte di
diversi esperti. La Lettera circolare parla delle vittime degli abusi, di una risposta
adeguata alla loro sofferenza, di una politica dei programmi che devono essere sviluppati
nelle diocesi per la protezione dei minori, di formazione di futuri sacerdoti e religiosi
e anche dell’accompagnamento dei sacerdoti. Nella Lettera circolare, si parla anche
della giusta cooperazione con le autorità civili. Tutti questi temi avranno anche
una eco nel programma del Simposio che si terrà a febbraio del 2012.
D.
– Saranno dunque presi in considerazione tutti gli aspetti: giuridici, pastorali,
psicologici …
R. – Avremo il pregio di avere prima di tutto esperti
in ogni settore, come lei giustamente ha sottolineato, e anche l’ulteriore ricchezza
di avere esperti da ogni parte del mondo: e mi riferisco all’Europa, all’America del
Nord, all’America Latina, ma anche all’Asia.
D. – Saranno anche proposti
alla riflessione casi concreti in diversi Paesi – penso in particolare all’Irlanda
e agli Stati Uniti?
R. – In modo molto scientifico, e quindi anche molto
positivo. Nel senso che l’esperienza degli Stati Uniti d’America sarà presente tramite
una delle massime autorità, mons. Steve Rosetti, che terrà una relazione, nell’accompagnamento
di coloro che sono colpevoli dell’abuso, una tematica molto impegnativa e molto difficile.
Dagli Stati Uniti ci sarà anche l’input di un programma di protezione dei minori,
di educazione della comunità alla protezione dei minori, che si chiama “Virtus”. E’
un programma che prevede anche l’uso di internet, molto seguito negli Stati Uniti,
che sarà da condividere anche con altri episcopati. Per quanto riguarda l’Irlanda,
ci sarà la baronessa Sheila Hollins, che è stata in Irlanda dove avuto l’opportunità
di incontrare molte delle vittime: queste esperienze arricchiscono non solo il bagaglio
di chi presenterà la questione al Simposio, ma tramite queste persone di grande rilievo,
il bagaglio di tutti i partecipanti.
D. – Accanto al Simposio, sarà
presentata la creazione di un Centro di formazione attraverso Internet: di che si
tratta?
R. – Questa sarebbe una cosa auspicabile come frutto immediato
e perenne del Simposio. Molti simposi incominciano, finiscono e dopo, cosa succede?
Questo Centro di formazione – che è un momento di condivisione, ma anche di ascolto
– è anche un database scientifico in continuo aggiornamento, frutto di un’iniziativa
della Pontificia Università Gregoriana: rende tutta la scienza attuale, e in prospettiva
quella del futuro, direttamente accessibile ai diversi episcopati che vorranno usufruire
di questo servizio, e pone l’Università in un servizio veramente universale e cattolico,
attraverso le metodologie e i mezzi straordinari che abbiamo oggi, tramite Internet.
D.
– Si può parlare oggi di una ferma e decisiva strategia del Vaticano nella lotta contro
la pedofilia all’interno della Chiesa?
R. – Direi che la Lettera circolare
offre alla Chiesa un segnale molto forte di una ferma volontà, che nasce poi dalla
determinazione del Sommo Pontefice stesso: quella di guardare in faccia al peccato
e al crimine della pedofilia, affermando al contempo che nella Chiesa dobbiamo essere
in grado di dare una risposta chiara, credibile, ferma ed efficace a questo problema.
Di voler essere testimoni non solo del rispetto dell’innocenza dei bambini e dei giovani,
ma anche delle esigenze della verità nella giustizia.
D. – Desidera
aggiungere qualcosa sulle aspettative di questo Simposio, sulle eventuali problematiche
che si potrebbero incontrare?
R. – L’atmosfera è quella di voler discutere
il problema, di voler prendere iniziative. La cosa migliore sarebbe – e questa è anche
l’ottica della Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede –
di creare un atteggiamento sano nei confronti della sessualità nella formazione del
clero, e anche del giusto occhio critico nelle comunità, che è alla base di ogni prevenzione.
(gf)