Farah Hatim, la ragazza cattolica costretta a convertirsi all’islam. Mons. Tomasi:
tutelare le minoranze
Angoscia e inquietudine continuano ad animare la comunità cristiana del Pakistan per
la sorte di Farah Hatim, la ragazza cattolica rapita nel sud Punjab, costretta a sposare
un uomo musulmano e a convertirsi all’islam. Con il passare dei giorni è cresciuta
la pressione della società civile e della comunità internazionale. La Chiesa pakistana
è in prima linea nel chiederne la liberazione con la Commissione “Giustizia e Pace”,
che sta ultimando la sua indagine sul caso. Mons. Silvano Tomasi, osservatore
permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, ha auspicato un intervento
dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. L'opinione del presule
al microfono di Marco Guerra:
R. - Il primo
passo da fare è avere i dati precisi e le informazioni sicure su questa situazione,
perché finora nessuno è riuscito a parlare con questa ragazza. C’è perciò bisogno
di provvedere un meccanismo che permetta in questi casi di sequestro, di forzatura,
di abbandono della propria fede di poter avere degli avvocati o dei rappresentanti
dello Stato o persone della famiglia per poter parlare direttamente con le ragazze
e sapere esattamente come stanno le cose. Secondo: penso che tutto il sistema educativo
deve portare al rispetto delle persone, anche se sono minoritarie nella loro cultura
o nella loro fede. Terzo, penso che sia importante che il sistema giudiziario in questi
Paesi non ignori le minoranze, ma risponda non tanto alle pressioni di persone influenti,
quando alle esigenze del rispetto dei diritti umani fondamentali di ogni persona.
D.
- Come lei ha accennato, su questo caso si riapre la questione del sistema giudiziario
pakistano e anche, direi, della legge sulla blasfemia…
R. - Sia in Pakistan
che fuori, da parte di persone musulmane o cristiane, si è d’accordo che l’attuale
legge sulla blasfemia non funziona: è solo usata come strumento di persecuzione per
alcune persone o come abuso di potere o come scusa per sistemare problemi di altro
genere, che non hanno niente a che vedere con la religione. Per cui l’urgenza è modificare
ed abolire questo tipo di legge, in modo che la libertà religiosa possa essere praticata
con serenità da parte di tutti. E’ un cammino difficile, perché in questo momento
- certo - la maggioranza e l’opinione pubblica è particolarmente suscettibile a non
accettare alcuna modifica di questa legge. Lentamente, però, bisognerà educare e camminare
in questa direzione.
D. - In molti casi, dietro a questo fenomeno, troviamo
persino minori rapiti e costretti in stato di schiavitù. Questo è stato più volte
denunciato in Pakistan, dove spesso le giovani vittime appartengono alla minoranza
cristiana…
R. - Sta avvenendo da anni che delle ragazze cristiane vengano
costrette a sposare ragazzi musulmani e - in questo procedimento - obbligate a rinunciare
alla loro fede contro la loro volontà e forzate a confessare la fede islamica. Sono
circa 700 le ragazze che, ogni anno, vengono sottoposte a questo tipo di conversioni
forzate. (mg)