La crisi economica in Grecia: attesa per il rimpasto di governo
La Grecia in attesa del rimpasto di governo promesso dal premier socialista Papandreou,
dopo le proteste di due giorni fa contro il piano di austerity varato per fronteggiare
la crisi. Intanto, il Paese continua a trovarsi in una situazione di grave dissesto
finanziario. Governo e Parlamento dovranno trovare un'intesa unitaria per realizzare
il programma di risanamento, così come richiesto dalle istituzioni europee e internazionali.
Il servizio di Stefano Vergine:
Probabilmente
entro martedì prossimo, dunque, il governo ellenico dovrà confrontarsi con il voto
di fiducia del parlamento, mentre i problemi economici del Paese continuano a suscitare
importanti ripercussioni a livello europeo. Sulla difficile situazione Luca Collodi
ha intervistato l’arcivescovo cattolico di Atene, mons. Nicolas Foskolos:
R. - Viviamo
veramente una situazione molto difficile, perché dall’entrata della Grecia nell’allora
Mercato comune, e poi nell’Unione Europea, i nostri politici hanno sfruttato tutto
il denaro che veniva dall'Europa comunitaria senza fare ciò che era previsto dalle
direttive europee, cioè di aiutare lo sviluppo della nazione. Il popolo non ha avuto
nulla.
D. – Il popolo greco guarda ancora oggi con interesse all’Unione Europea
o preferisce una Grecia fuori dall’Unione?
R. – La percentuale a favore delll’Unione
Europea è più grande e forse si è avuta un’idea falsa dell’Unione europea. Per molti
anni il popolo guardava l’Unione Europea come la “mucca che dona il latte”: si riceve
il denaro senza far nulla.
D. - La Chiesa cattolica greca come sta affrontando
questo momento?
R. - C’è molta gente che chiede aiuto. La Chiesa cattolica
in Grecia è una piccolissima minoranza. I cattolici greci sono lo 0,5 per cento della
popolazione: circa 50 mila su 11 milioni. Però negli ultimi decenni abbiamo visto
una crescita per i nuovi arrivi: diversi rifugiati o profughi - alcuni parlano di
300 mila persone - sparsi in tutta la Grecia, molti dei quali chiedono l’aiuto della
Chiesa. La Caritas di Atene ha creato l’Ufficio per i profughi: si dà da mangiare
ogni giorno a 240 persone; c’è anche il centro delle suore di Madre Teresa e lì danno
cibo almeno a 200 persone per giorno. Però, negli ultimi mesi, abbiamo visto anche
molti greci chiedere aiuto perché non hanno da mangiare. Questo numero aumenta di
giorno in giorno. Le pensioni e le paghe mensili diminuiscono di valore e quelli che
dovrebbero pagare, quelli che hanno rubato allo Stato, non pagano nulla fino ad adesso.
D.
– Lei vede una via d’uscita alla situazione greca o teme un’evoluzione ancora più
critica?
R. - Umanamente parlando vedo un’evoluzione più critica. Se non verranno
prese misure più vere da parte dell’Unione Europea, purtroppo la Grecia ne diventerà
una "colonia". Solo attraverso questa situazione la Grecia potrà uscire dalla difficoltà
in cui si trova. Se saranno altri che decideranno per noi, come greco mi dispiacerebbe
di questa soluzione. Ma forse sarebbe l’unica che ci potrebbe aiutare a uscire dalla
situazione in cui ci troviamo. (bf)