Cuba: dichirazione del cardinale Jaime Ortega sul processo di scarcerazione dei
dissidenti politici
L’ufficio stampa dell’arcivescovo dell’Avana, cardinale Jaime Ortega, in relazione
a dichiarazioni attribuite dalle agenzie al parlamentare spagnolo Teófilo de Luis,
che avrebbe detto che il porporato assicurò che i dissidenti scarcerati “furono forzati
all’espatrio” così come che sarebbe andato presso l’Unione Europea a perorare la causa
cubana “inviato dal governo”, precisa che nulla di tutto ciò corrisponde alla verità.
Nel caso del lungo e complesso processo di liberazione di decine di oppositori politici,
il comunicato, anticipando che sulla materia la Chiesa cubana parlerà ampiamente nei
prossimi giorni, afferma: “E’ assolutamente falso che l’arcivescovo dell’Avana, cardinale
Jaime Ortega, abbia detto al deputato De Luis o ad un’altra persona che i prigionieri
cubani sono stati forzati all'espatrio in Spagna senza offrire loro alternative. Nelle
sue conversazioni con i carcerati, il cardinale Ortega informava loro dell’imminente
scarcerazione e domandava se desideravano andare in Spagna. Solo 12 optarono per restare
a Cuba e ad ogni modo sono stati ugualmente liberati”. Per quanto riguarda la visita
che il cardinale Ortega fece a Bruxelles, lo scorso mese di maggio, Orlando Márquez
capo ufficio stampa dell’arcivescovado dell’Avana precisa: “Possiamo affermare che
il viaggio è stato il risultato di un invito ricevuto dalla rappresentante dell’Unione
Europea presso La Habana poiché si desiderava conoscere, di prima mano, il corso del
processo di dialogo avviato tra la Chiesa e il governo cubano così come sulle scarcerazioni
e la mediazione della Chiesa. E’ dunque assolutamente falso affermare che il cardinale
abbia realizzato il viaggio a Bruxelles per ordine o in rappresentanza del governo
cubano”. “Mai – conclude la nota - nel corso di questo processo le autorità cubane
hanno avanzato alla Chiesa una simile richiesta”. (A cura di Luis Badilla)