A Vilnius incontro dei segretari generali delle Conferenze episcopali d’Europa
“L'evangelizzazione, così come tutto quello che comporta la comunicazione della Chiesa,
non è tanto una questione di buona strategia di marketing, che cerca di rispondere
a ciò di cui la gente pensa di avere bisogno, ma deve essere espressione della vita
in Dio che corrisponde alle reali esigenze del cuore umano, anche se queste, purtroppo,
nella nostra attuale Europa sono spesso addormentate”. Suona come un invito ad annunciare
la vera essenza del messaggio cristiano, il discorso pronunciato ieri da mons. Duarte
da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa,
in occasione dell’apertura dell’incontro dei segretari generali delle Conferenze episcopali
d’Europa a Vilnius per parlare e confrontarsi sulla “nuova evangelizzazione” e sulla
comunicazione. “Credo quindi – ha poi spiegato il presule citato dall'agenzia Sir
- che la nostra missione inizi esattamente con la cura della propria comunione personale
con Dio e con gli altri fratelli. Solo così saremo nel mondo un segno e uno strumento
di comunione capace di puntare a Colui che ci unisce: Gesù Cristo”. Domani arriveranno
a Vilnius gli addetti stampa e i portavoce delle Conferenze episcopali per un pomeriggio
di lavoro con i segretari generali riguardo il problema della comunicazione di ciò
che accade alla Chiesa. “In un primo momento – ha detto mons. da Cunha - ci occuperemo
delle questioni complicate e di crisi, ossia, quando c’è bisogno di spiegare alla
società certi problemi della Chiesa e di presentare le soluzioni pensate. In una seconda
sessione cercheremo di vedere come proponiamo il Vangelo e le buone notizie attraverso
i Media”. “Credo – ha proseguito il segretario generale del Ccee - che possiamo dire
che lo scopo principale di questi incontri ci sia proposto da Dio, ed è quello di
stare insieme per parlare, per condividere le gioie e i dolori, e per guardare alla
vita e alla missione con gli occhi della fede e quindi con la speranza che solo Dio
può dare”. “Ora, poiché siamo la Chiesa di Dio – ha concluso il presule -, sappiamo
che lo Spirito Santo è il vero protagonista della costruzione della comunione e della
missione e quindi anche della comunicazione, e solo guardando alla realtà di quanto
Lui ci offre, ci insegna e ci chiama a fare, possiamo valutare il nostro lavoro”.
(M.G.)