2011-06-16 14:35:53

Myanmar: un sacerdote denuncia la guerra civile nel nord del Paese. Centinaia i profughi


Una furiosa guerra civile è in corso nel Nord del Myanmar. “Gli scontri fra l’esercito nazionale e le milizie della minoranza etnica Kachin stanno creando grande sofferenza alla popolazione civile: ci sono 2.000 profughi e molti si rifugiano anche nelle nostre chiese”: è la testimonianza resa all’agenzia Fides da un sacerdote della diocesi di Myitkyina, che chiede l’anonimato per motivi di sicurezza. La diocesi, nell’estremo Nord del Paese, abbraccia lo stato di Kachin (uno dei 14 fra Stati e territori in cui è divisa la nazione), teatro del conflitto. “La guerra è iniziata circa una settimana fa. I bombardamenti sono in corso. Le nostre speranze di pace, dopo le recenti elezioni nazionali, sono andate deluse. Chiediamo ai fedeli nel mondo di pregare per noi”, afferma il sacerdote. “I combattenti del Kachin Indipendent Army (Kia) – prosegue – hanno distrutto almeno 7 ponti (per impedire i movimenti dell’esercito avversario, ndr) e vi sono oltre 2.000 profughi civili, fuggiti per non ritrovarsi nel fuoco incrociato. Molti attraversano il confine con la Cina, altri chiedono rifugio nelle chiese. Il conflitto – racconta il sacerdote – è iniziato con le prime schermaglie nella località di Sag Gang Pa, sulla strada per Prang Hku Dung, ma si è rapidamente diffuso in tutto lo stato di Kachin”. La vita per la popolazione si è fatta subito molto dura: “Il cambio del dollaro è sceso fino a 750 kyat e i prezzi dei beni di consumo sono schizzati alle stelle. Le famiglie faticano per la sopravvivenza quotidiana”. Anche quattro volontari cattolici della diocesi di Myitkyina, in visita ai villaggi delle aree più remote, sono stati fermati e la loro imbarcazione è stata sequestrata dai soldati, “le attività pastorali della Chiesa sono ridotte al minimo, in questa situazione di conflitto”. Intanto l’organizzazione non governativa “Christian Solidarity Worldwide” (Csw) ha chiesto un cessate-il-fuoco immediato alle parti in lotta e il supporto della comunità internazionale per l’assistenza ai profughi. Csw chiede alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di fare pressione su Cina e India perché possano accogliere e proteggere gli sfollati Kachin che cercano riparo dalla guerra civile. Il Kia è il braccio armato della “Kachin Indipendent Organization”, uno fra i gruppi delle minoranze etniche che da anni lottano contro il governo centrale birmano per una maggiore autonomia. La tregua fra esercito regolare e Kia è stata rotta lo scorso anno, quando i leader ribelli hanno rifiutato di essere integrati nell’esercito nazionale. Agli inizi di giugno 2011 l’esercito birmano ha intimato ai guerriglieri Kachin di abbandonare una zona da loro presidiata. Al diniego, sono iniziate le ostilità: l’esercito birmano ha avviato un massiccio dispiegamento di mezzi pesanti, iniziando il bombardamento con i mortai. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.