2011-06-16 14:38:20

Corno d’Africa piegato dalla siccità. La Fao chiede aiuti per otto milioni di persone


Nel Corno d’Africa è destinato ad aumentare il numero delle persone affamate a causa della grave siccità e dei rincari dei prezzi alimentari. L’allarme, ripreso dall’Osservatore Romano, è stato lanciato ieri dalla Fao, l’agenzia dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, che stima in otto milioni le persone con immediata necessità di aiuti umanitari d’emergenza in Etiopia, Gibuti, Kenya e Somalia, mentre non si hanno dati certi per quanto riguarda l’Eritrea. Per la seconda stagione consecutiva, le piogge nel Corno d’Africa sono state molto scarse e al di sotto della media. Questo ha provocato la perdita dei raccolti, l’esaurimento dei pascoli e un’alta mortalità di bestiame. Il coordinatore della Fao per le emergenze in Africa orientale, Rod Charters, ha spiegato che “la crisi attuale non è un’improvvisa emergenza naturale, ma piuttosto una caratteristica cronica della regione”. “La sfida che ci troviamo di fronte – ha proseguito l’esponente della Fao - è quella di mettere i piccoli contadini e i pastori nelle condizioni di adattarsi a condizioni meteorologiche variabili e ai sempre più frequenti eventi climatici estremi”. In Somalia, riferisce la Fao, i tassi di denutrizione sono tra i più alti al mondo. Nel sud del Paese si stima che un bambino su quattro sia denutrito in modo grave. La siccità sta colpendo l’intero Paese, causando morie di bestiame e facendo schizzare i prezzi alimentari alle stelle. Per le famiglie è sempre più difficile procurarsi da mangiare. Due milioni e mezzo di persone, circa un terzo della popolazione, hanno bisogno di aiuti umanitari e il loro numero è destinato ad aumentare in conseguenza del conflitto in corso e delle prospettive negative dei raccolti. Situazione drammatica anche in Kenya dove ci sono quasi due milioni e mezzo di persone con estrema difficoltà di accesso al cibo e all’acqua. La situazione alimentare è destinata a deteriorarsi ulteriormente, dal momento che nelle zone colpite dalla siccità è crollata la produzione di latte. E non vi sono prospettive di miglioramento prima di ottobre, quando si spera che dovrebbero iniziare le piogge. I conflitti sorti per spartirsi i pochi pascoli rimasti hanno causato perdita di vite umane e di bestiame. La Fao sottolinea che sono necessari interventi urgenti per mitigare l’impatto della siccità e per proteggere le popolazioni. Anche in Etiopia, le piogge scarsissime delle ultime due stagioni hanno provocato penuria d’acqua, pascoli scarsi e un notevole deterioramento delle condizioni di salute degli animali che ha portato al crollo dei prezzi del bestiame nei bassopiani del sud e del sud est. A Gibuti la siccità attuale insieme ai prezzi sostenuti degli alimenti di base, all’alto tasso di disoccupazione e all’aumentata migrazione rurale verso i centri urbani, hanno peggiorato la situazione alimentare delle famiglie. Si prevede inoltre che la carenza d’acqua nella città di Gibuti diventerà un problema sempre più grave nei prossimi mesi, in coincidenza con il picco della domanda. (M.G.)







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