2011-06-15 14:08:59

Sudan: Chiesa e Unicef auspicano l’apertura di corridoi umanitari per gli sfollati


“Qualsiasi accordo deve permettere il ritorno degli sfollati nelle loro case”. E’ quanto ha affermato il vescovo coadiutore della diocesi sudanese di El Obeid, mons. Michael Didi Adgum Mangoria, dopo l’intesa, trovata ieri tra Nord e Sud Sudan, sulla regione contesa di Abyei. L’accordo prevede che venga smilitarizzata l’area e che vengano dispiegate truppe etiopiche per il mantenimento della pace. Ma i termini dell’intesa – ha detto mons. Michael Didi Adgum Mangoria – “non sono ancora chiari”. La speranza – ha aggiunto il presule le cui parole sono state riprese dall'agenzia Misna – è affidata ad “una soluzione rapida per le decine di migliaia di persone fuggite verso sud”. Ad essere scossa da tensioni e violenze non è solo la regione petrolifera di Abyei. Nelle scorse settimane – ricorda l’Unicef in un comunicato – si è assistito anche nella zona di Kadugli e in altre aree del Sud Kordofan, Stato al confine tra Sud e Nord Sudan e politicamente sotto il controllo del governo di Khartoum, “ad una totale mancanza del rispetto dei principi umanitari internazionali”. Questo – si legge nel documento – è il momento per il presidente del Nord Sudan, Oamr Hassan al Bashir, di mandare un “messaggio chiaro e inequivocabile”. “Negare l’accesso umanitario - sottolinea l’Unicef - costituisce una grave violazione dei diritti umani. Quando prevalgono i combattimenti alle parole - si ricorda nel testo - sono le mamme e i bambini che pagano il prezzo più pesante”. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia chiede inoltre che nelle zone teatro delle violenze ci sia “piena libertà di circolazione e libero accesso” per gli operatori umanitari. Tutto quello che occorre – si legge infine nel comunicato – è che le forze militari consentano il passaggio a quanti intendono aiutare e sostenere la popolazione. Il Sud Sudan, che ha una popolazione a maggioranza cristiana e animista, diventerà indipendente il prossimo 9 luglio e sarà il 54.mo Paese dell’Africa. (A.L.)







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