2011-06-15 14:17:52

Roma. Veglia di preghiera per le vittime del Mediterraneo: 1.820 fra gennaio e maggio 2011


In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, la Comunità di Sant’Egidio, l'Associazione Centro Astalli, la Federazione Chiese Evangeliche in Italia, la Fondazione Migrantes, la Caritas Italiana e le ACLI, anche quest’anno, organizzano una veglia di preghiera in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa a cui partecipano comunità e associazioni di immigrati, rifugiati e organizzazioni di volontariato, rappresentanti ecumenici e parenti delle vittime. La veglia – che avrà per titolo “Morire di Speranza” - si terrà domani nella Basilica di Santa Maria Trastevere alle 18. In un comunicato diffuso questa mattina dalle organizzazioni promotrici dell’evento, si ricorda che dal 1990 almeno 17.597 persone sono morte nel viaggio lungo le frontiere dell’Europa. E si aggiunge: “Il cambiamento degli assetti geopolitici che sta interessando i Paesi del Nord Africa e in particolare il conflitto in Libia, hanno spinto molte persone ad intraprendere le pericolose traversate in mare. In questo contesto - riferisce l'agenzia Sir - sono allarmanti i dati dei primi 5 mesi del 2011: si registrano già 1.820 morti in tutto il Mediterraneo, di cui 1.633 in viaggio verso l’Italia. Il bilancio è, probabilmente, più tragico se si pensa a quanti si trovavano a bordo di imbarcazioni delle quali non si è avuta più notizia e che non sono mai riuscite a raggiungere le nostre coste”. Due le rotte principali da cui si sono originati i flussi di migranti via mare dall’inizio del 2011: la Tunisia e la Libia. Secondo i dati Fortress Europe, 187 persone sono annegate sulla rotta tunisina, mentre, la rotta libica è quella che desta maggiore preoccupazione e che ha fatto registrare, nel periodo considerato, la morte in mare di 1633 migranti sub sahariani. “Di fronte a questi dati – si legge nel comunicato diffuso oggi dalle associazioni - non si può rimanere in silenzio. Si tratta di uomini, donne e bambini in fuga da situazioni di conflitto, di gravi violazioni dei diritti umani e di persecuzioni”. La preghiera “Morire di Speranza” è nata “pensando a ciascuno di loro. Anche una sola di queste vite perse in mare in un viaggio di dolore e disperazione è una sconfitta per tutti che non può e non deve lasciare indifferenti. Queste morti sono un richiamo alla responsabilità, per guardare alla realtà della migrazione mettendo sempre in primo piano la vita di ognuno e il pieno rispetto dei diritti umani”. Le organizzazioni promotrici della veglia di domani fanno “appello alla comunità internazionale e alle istituzioni affinché si proceda all’apertura urgente di canali umanitari e si garantisca il trasferimento delle persone verso luoghi sicuri. Solo uno sforzo congiunto in questo senso può permettere alle persone in fuga di non rischiare la propria vita in mare”. (R.P.)







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