2011-06-15 15:03:40

Rapporto sulle etnie rom, sinti e caminanti curato dal Senato italiano e dalla Comunità di Sant'Egidio


In Italia sono pochi, soprattutto minori, e vivono in campi nomadi in condizioni drammatiche. E’ questa la fotografia scattata dal Rapporto conclusivo dell’indagine condotta sulle etnie rom, sinti e caminanti, e curata dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. Sullo studio, presentato ieri a Roma, riferisce in questo servizio Irene Pugliese: RealAudioMP3

Non superano i 170 mila; il 40 per cento ha meno di 40 anni e non sono nomadi. Sono i rom, i sinti e i caminanti in Italia. Il Rapporto del parlamento italiano ha esaminato le condizioni di queste etnie: condizioni, spesso, avvolte da ignoranza e pregiudizio. L’istruzione, un lavoro e una casa dignitosa: tre punti - ora carenti - da cui partire per sconfiggere il problema dei campi nomadi, una realtà drammatica, che esiste solo in Italia. Come denuncia Pietro Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani del Senato, che ha condotto l’indagine:

“I campi sono, in molti casi, delle vere e proprie discariche a cielo aperto e ci sono persone che sono state obbligate a vivere lì per generazioni… Tutto questo è una vergogna. Noi dobbiamo liberarci di questa vergogna in un modo molto semplice: offrendo in alternativa ai campi soluzioni abitative accettabili e accettate. Sono, queste, due parole non mie, ma le ha usate il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano”.

“Bisogna scrivere una nuova pagina della storia”, ha detto il Papa durante la storica udienza di sabato scorso in Vaticano con gli zingari. Ed è questo il nodo centrale prima di tutto per riuscire a scattare una fotografia reale della situazione, anche per Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che ieri ha colto l’occasione per ribadire l’importanza del gesto di Benedetto XVI:

“Benedetto XVI ha fatto un grande discorso. E’ stato grande. Prima di tutto li ha ricevuti nella casa del Papa e i rom erano felici, perché dava loro dignità: ha parlato a loro, ha preso a cuore i loro problemi, ha ricordato la storia che nessuno ricorda mai, quella dell’olocausto zingaro. Ha detto: io, ad Auschwitz, mi sono inchinato davanti alla lapide che ricorda voi e come voi siete morti. E’ stata una cosa molto, molto toccante. Poi ha capito, ha colto immediatamente qual è il problema dei rom: la casa, la scuola, il lavoro e, quindi, il superamento dei campi. Ha dato loro fiducia e ha detto: ‘Voi siete nel cuore della Chiesa’”.

Quello che serve nella strada verso l’integrazione - ha concluso Riccardi - è uno sforzo comune sia da parte dei rom che da parte delle istituzioni a fare il proprio dovere. (mg)







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