Referendum: risveglio di cittadinanza. Una sfida per la Chiesa
"Al referendum hanno
votato 27, 28 milioni di persone. Queste sono le cifre. Noi ricordiamo, afferma a105 Live il politologo Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia
politica all'Università Sophia di Loppiano (Firenze), fondata da Chiara Lubich,
che i voti ricevuti alla Camera dal centro-destra furono 17 milioni nel 2008 e intorno
ai 14 milioni dal centro-sinistra. Quindi, nessuno può dire: questa è una mia posizione.
Queste cifre dicono che c’è un distacco radicale nei confronti dei partiti, che
anche questo fatto popolare è importante e che questo esprimersi diretto di una grande
quantità di cittadini non è casuale: è stato volontaristico, è stato consapevole.
Questi referendum lasciano, da un lato, il senso positivo per questo risveglio di
cittadinanza, e, dall’altro, il problema di chiedersi come rappresentare adesso questa
volontà dei cittadini sui temi specifici toccati dal referendum". "Certamente c’è
stata - da quello che sembra -prosegue Baggio - una partecipazione forte dei cattolici
al Referendum, una partecipazione qualificata, soprattutto per la presenza sociale
dei cattolici in vari gruppi che affrontavano i temi specifici dei referendum. Parlerei
di una sfida per tutte le componenti della Chiesa: certamente per la gerarchia, che
deve trovare il modo giusto di continuare ad essere coscienza dei principi universali
e che deve continuare sempre a ribadirli, favorendo però l’intervento dei laici, che
lo hanno come compito specifico e facendo in modo anche che sempre più siano i laici,
direttamente, a difendere questi orientamenti di fondo. Ecco perché dico che questa
situazione politica, in cui c’è una frammentazione forte a sinistra e una crisi a
destra, sia una sfida per la Chiesa in tutte le sue componenti". "Perdono le visioni
massimaliste ed ideologiche. E’ necessario confrontarsi con i problemi concreti. Le
cosiddette posizioni di tipo liberista o collettivista di per sé, ciascuna in se stessa,
non funzionano: devono essere smontate e misurate sulla concretezza dei problemi.
Il referendum torna popolare perché la gente non si fida più dei politici attuali.
"I comportamenti che ci sono stati – e parlo del nostro caso italiano – di molti dei
politici più in vista nelle due coalizioni lo hanno rinforzato. Questi sono temi civili.
Gli elettori hanno posto all’attenzione della politica esattamente la “civis”, la
città, la civiltà del sociale. La politica è in forte arretramento in Italia: la politica
anziché risolvere i problemi, crea dei problemi. Adesso la crisi del centro-destra
è palese e a sinistra abbiamo leader diversi che vincono a seconda delle diverse situazioni
locali e degli argomenti".