2011-06-14 16:05:08

Missione in Africa del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton


Si è conclusa in anticipo sul previsto la missione africana del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, a causa delle ceneri eruttate dal vulcano Dubbi al confine tra Eritrea ed Etiopia. Nonostante il frettoloso rientro a Washington la Clinton è riuscita ad intervenire presso l’Unione Africana. Fra i temi affrontati la crisi libica, l’offensiva economica guidata dalla Cina nel continente africano e l’invito a premere su riforme democratiche e di sviluppo. Ad Angelo Turco, docente di geografia dello sviluppo presso l’Università de L’Aquila, Stefano Leszczynski ha chiesto se questa missione sia servita a delineare una nuova politica africana da parte di Washington:RealAudioMP3

R. – In questo momento si tratta di un interesse che è duplice. Da una parte si tratta di stringere la morsa attorno a Gheddafi perché la guerra costa, perché si vedono segni di stanchezza, e dall’altra parte si tratta di continuare a lanciare messaggi molto, semplici e francamente inefficaci da parte degli Stati Uniti contro l’offensiva politico-economica del Brics, cioè dell’insieme dei Paesi costituito dal Brasile, dalla Russia dall’India, dalla Cina e dal Sudafrica, in Africa.

D. – Inoltre, la Clinton ha anche indicato le rivolte africane come un esempio di quello che succede quando si governano male gli Stati. Questo sull’Africa che impatto può avere secondo lei?

R. - Penso che allo stato attuale non possa avere nessun impatto reale anche perché l’Africa è già fortemente impegnata sul percorso di un rafforzamento della democrazia. Evidentemente, il discorso di Hillary Clinton è un discorso di circostanza o poco più perché in realtà gli Stati Uniti non stanno praticando una vera politica africana, anzi mancano del tutto di una politica africana in questa fase della loro storia, ed è alquanto paradossale che durante il mandato del primo presidente afroamericano, che tante speranze aveva destato anche in Africa, gli Stati Uniti siano privi di una politica africana o di qualcosa che possa dirsi una politica africana.

D. – Anche l’Europa sembra vagare un po’ nella nebbia per quanto riguarda una precisa politica africana?

R. – L’Europa in questo momento, intanto, non è in grado di parlare all’Africa, neanche al Nordafrica, con una sola ed unica voce che sarebbe quella europea. Quando lo fa, lo fa accodandosi a iniziative terze e, occorre constatare, battendo la pista della politica muscolare e addirittura militare.








All the contents on this site are copyrighted ©.