La Chiesa in Portogallo sulla relazione tra mass media ed evangelizzazione
La Chiesa in Portogallo non può permettersi l’errore di prescindere dai mezzi di comunicazione
per la sua missione evangelizzatrice. Ma per attuare un’azione lungimirante occorre
conoscere e comprendere i diversi fattori sociali, culturali e politici, i rapidi
mutamenti nel contesto storico attuale, valutando, per quanto possibile, le carenze
spirituali e programmare efficacemente le risorse pastorali. Sono queste alcune sollecitazioni
scaturite dalla riflessione di esperti portoghesi di comunicazioni sociali, che hanno
analizzato le trasformazioni in atto in relazione all’evangelizzazione, i mass media
e il processo di secolarizzazione. “Ripensare la pastorale della Chiesa in Portogallo
insieme” è infatti il progetto che sta unendo diocesi, congregazioni e movimenti ecclesiali
attraverso una discussione che coinvolge migliaia di laici, religiosi e sacerdoti
a livello nazionale. Il tema sarà anche al centro della riflessione della Conferenza
episcopale del Portogallo che si riunirà a Fátima, fino al 16 giugno 2011, con particolare
attenzione alla nuova evangelizzazione. All’incontro in Portogallo – ricorda l’Osservatore
Romano - è prevista la partecipazione dell’arcivescovo Salvatore Rino Fisichella,
presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Secondo José Cabral d’Aguiar, consulente di comunicazione, la “logica dei media contemporanei,
in particolare la televisione, deve costringere la Chiesa a pianificare meglio non
solo il linguaggio per comunicare, ma anche attraverso quali mezzi possa essere resa
più efficace la sua presenza”. Madalena Abreu, professore di marketing presso l’Istituto
Politecnico di Coimbra, sottolinea poi la necessità di cominciare a lavorare sulla
definizione di criteri per la comunicazione. La “libertà di parola nella Chiesa” non
solo non pregiudica la sua saldezza e unità ma può giovare alla concordia. (A.L.)