Iraq: la comunità cristiana ancora sotto shock per gli attentati delle ultime settimane
L'assassinio di un cristiano ortodosso padre di quattro figli avvenuto il 31 maggio
a Mosul ha aumentato il senso di sfiducia tra i cristiani sulla prospettiva di un
futuro di pace in Iraq. E' quanto ha sottolineato l'arcivescovo caldeo di Erbil, mons.
Bashar Warda, in un'intervista, rilasciata all'associazione caritativa cattolica internazionale
Aiuto alla Chiesa che Soffre. Lo shock dell’assassinio - ha detto il presule - ha
portato alcuni fedeli a ritenere che “non c'è futuro” per loro nel Paese. Arakan Yacob
– ricorda l’agenzia Zenit - è l'ultima vittima di una serie di attacchi contro i cristiani
in Iraq. Era stato bersaglio di due precedenti tentativi di rapimento, e la terza
volta i malviventi sono riusciti nel loro intento, prendendolo in ostaggio. Tre settimane
prima, un altro giovane cristiano, il 29.enne Ashur Yacob Issa, era stato rapito e
poi assassinato dopo che la sua famiglia non era riuscita a pagare il riscatto di
più di 100.000 dollari richiesto dai rapitori. L'arcivescovo Warda ha riferito che
dal 2002 oltre 570 cristiani sono stati uccisi in episodi di violenza a base religiosa
o politica. Tra il 2006 e il 2010, 17 sacerdoti iracheni e due vescovi sono stati
rapiti e picchiati o torturati dai loro sequestratori. Tra questi, un vescovo, quattro
sacerdoti e tre suddiaconi sono stati assassinati. Anche se molti vogliono emigrare,
i Paesi che confinano con l'Iraq – la Siria e la Turchia – stanno vivendo situazioni
di incertezza e crisi. “Anche la situazione nella confinante Turchia non è così buona”,
ha detto l'arcivescovo, “e con quello che sta avvenendo in Siria una famiglia che
pensa all'emigrazione ha un ventaglio di scelte limitato”. Il presule ha più volte
parlato della sofferenza del suo popolo in tutto il mondo. Di recente si è recato
nel Regno Unito e in Irlanda per lanciare il rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre
sui cristiani perseguitati. In quell'occasione ha affermato che, in base alle statistiche,
dagli anni Ottanta i cristiani in Iraq sono passati da 1,4 milioni a circa 150.000.
Aiuto alla Chiesa che Soffre fornisce aiuti d'emergenza ai rifugiati in Iraq, Giordania
e Turchia, cibo per gli sfollati cristiani nel nord iracheno e sovvenzioni per i sacerdoti
poveri e perseguitati, le suore e i seminaristi. (A cura di Amedeo Lomonaco)