2011-06-14 13:49:02

Congo: leader religiosi chiedono il rilancio dell’accordo di Juba per combattere i ribelli dell'Lra


Entrare in una logica di dialogo e trattative, anche attraverso il rilancio del processo del cosiddetto accordo di Juba, proteggere i civili e gli operatori umanitari, formare una brigata regionale ben disciplinata e dotata di adeguati mezzi: sono queste le principali raccomandazioni della Rete regionale e interconfessionale dei leader regionali per la pace (Rrilrp), riunitasi nei giorni scorsi a Kinshasa per una tavola rotonda incentrata sui drammi causati dall’Esercito di resistenza del signore (Lord’s resistence army, Lra), formazione di guerriglieri attiva dal 2008 nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e nella Repubblica Centrafricana. All’incontro – rende noto l’agenzia Misna – hanno preso parte anche rappresentanti delle diplomazie internazionali e della Missione Onu nella Repubblica Democratica del Congo (Monusco). “Nonostante venticinque anni di intervento militare da parte di eserciti di Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana - ha sottolineato mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani - l’Esercito di resistenza del signore continua a seminare la desolazione dovunque si trova. E a pagare il prezzo più alto – ha aggiunto il presule - non sono i governanti o i militari, ma i civili, perché la strategia dell’Esercito di resistenza del signore è quella di lanciare rappresaglie contro le popolazioni. È il motivo per il quale – ha osservato il vescovo - i responsabili religiosi chiedono ai governanti di privilegiare il dialogo e la ripresa del processo dell’accordo di Juba”, riferendosi ai negoziati tra il governo ugandese e i ribelli che portarono, nell’agosto del 2006, alla firma a Juba, capitale del Sud Sudan, di un cessate il fuoco. Intesa che però non ha portato alla firma di una pace definitiva. Ricordando che l’Esercito di resistenza del signore è diventato un problema regionale, i leader religiosi hanno sollecitato il coinvolgimento della comunità internazionale, offrendosi come mediatori nelle trattative. I promotori della conferenza, ospitata nei locali della Caritas congolese, hanno anche insistito sui bisogni umanitari delle popolazioni vittime delle violenze, costrette alla fuga dagli attacchi ribelli. (A.L.)







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