2011-06-13 15:02:34

Elezioni in Turchia: vince il partito di Erdogan


Dai risultati delle elezioni in Turchia dovrebbe scaturire “un nuovo impulso ai negoziati di adesione” all’Unione Europea. E’ quanto auspicano, in una dichiarazione congiunta, il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ed il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, congratulandosi con il primo ministro Recep Tayyip Erdogan per il successo riportato ieri: il suo partito, l’Akp, ha infatti vinto le parlamentari, consegnando allo stesso Erdogan un terzo mandato consecutivo alla guida del Paese. “Un elettore su due ha votato per l’Akp”, ha detto Erdogan da Ankara. Eppure, non tutti gli obiettivi pre-elettorali sono stati raggiunti dallo schieramento del premier, che non ha ottenuto abbastanza seggi per varare riforme costituzionali senza concordarle con altri partiti. La riconferma del Partito islamico moderato per la Giustizia e lo Sviluppo giunge in un momento in cui in Turchia sono giunti oltre 5mila profughi dalla vicina Siria, in fuga dalle violenze a Jisr al Shugur. Sull’affermazione dell’Akp, Giada Aquilino ha intervistato Alberto Tetta, corrispondente da Istanbul dell’Osservatorio Balcani-Caucaso:RealAudioMP3

R. - L’Akp ha vinto le elezioni ma non è stato raggiunto l’obiettivo che Erdogan si era posto prima della consultazione, cioè quello di raggiungere i due terzi dei parlamentari. Anzi, si ferma sotto la soglia dei 330 parlamentari, avendone ottenuto solamente 326, il che lo costringe a doversi accordare con un altro partito anche per proporre modifiche costituzionali attraverso un referendum popolare. A questo punto l’Akp dovrà accordarsi con un altro partito. Potrebbe essere quello dei curdi. Più difficile un accordo con il movimento di opposizione, il Partito repubblicano del popolo, che hanno basato tutta la propria campagna su una opposizione dura a Erdogan. Difficile pure l’intesa con gli ultranazionalisti dell’Mhp, fortissimi oppositori di Erdogan, che lo hanno persino accusato di avere ordito un complotto a loro danno per fargli perdere voti.

D. – Puntando a una nuova Costituzione, Erdogan ha assicurato che rispetterà tutte le religioni, ma anche tutti gli stili di vita laici in Turchia. Come è possibile?

R. – Erdogan ora è costretto a cercare il più largo consenso possibile se vuole cambiare la Costituzione. Dopo che i risultati sono divenuti definitivi, ha parlato di una riforma costituzionale che deve essere condivisa, che deve essere inclusiva delle minoranze, in cui coinvolgere gli accademici turchi, in un percorso condiviso anche con le forze di opposizione.

D. – Ma quali modifiche vorrebbe apportare Erdogan alla Costituzione?

R. – Prima delle elezioni aveva proposto di istituire un sistema presidenziale in Turchia, chiaramente guardando alle elezioni del presidente della Repubblica del 2014, con una possibilità - per lui - di diventare capo dello Stato. Certo la riforma costituzionale è un’emergenza in Turchia, perché ricordiamo che la Costituzione che ora è in vigore, sebbene sia stata emendata l’11 settembre di quest’anno, è stata promulgata durante il colpo di Stato militare del 1980.

D. – Dai risultati delle elezioni in Turchia dovrebbe scaturire “un nuovo impulso ai negoziati di adesione” all’Unione europea, hanno auspicato il presidente della Commissione europea, Barroso, e il presidente del Consiglio UE, Van Rompuy. Che attese ci sono in Turchia?

R. - C’è da dire che l’Akp non ha messo l’adesione all’Unione europea al centro della sua campagna elettorale però è chiaro che Erdogan, che nel 2002 nel 2004 aveva portato la Turchia a dialogare con l’Europa e aveva iniziato il processo di adesione, con il suo partito, è quello che potrà continuare questo cammino.

D. – Nelle ultime ore in Turchia sono arrivati migliaia di profughi dalla Siria, perlopiù dalla cittadina di Jisr al-Shugur, epicentro della rivolta soffocata dalle autorità. Come la Turchia è pronta all’accoglienza?

R. – Nella provincia di Hatay, al confine con la Siria, sono già stati creati quattro campi profughi dalla Mezzaluna rossa turca. Ora però la Turchia ha chiesto alle Nazioni Unite di intervenire a sostegno dei profughi che vengono dalla Siria. Erdogan era stato uno dei principali sostenitori di Assad e negli ultimi anni i rapporti tra Siria e Turchia stavano andando molto bene grazie a ciò. Oggi il premier ha voltato le spalle completamente ad Assad. Inoltre, Erdogan ha dichiarato che la Turchia non potrà tollerare oltre questa situazione di emergenza al confine.







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