Scontri in Siria: continua l’esodo dei civili dal Paese
In Siria, gli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza stanno spingendo migliaia
di persone a fuggire dal Paese per cercare rifugio in Turchia e Libano. Sono ormai
1.800 le persone che hanno trovato rifugio in Turchia nella tendopoli di Yayladagi,
nel sud-ovest del Paese. Ma la situazione è sempre più difficile anche nel nord-est
del Libano, dove sono presenti circa 4.500 profughi. Altri 1.500 si trovano a Tripoli.
Per un quadro della situazione Stefano Leszczynski ha intervistato Sybella
Wilkes, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
a Ginevra.
R. – What
we’ve had from the Turkish authorities ... Le autorità turche hanno detto
di avere la situazione sotto controllo; hanno costituito una tendopoli che quindi
ha la capacità di espandersi a seconda del numero di persone che entrano. La Mezzaluna
Rossa è sul posto per aiutare, e ovviamente l’Unhcr si è resa assolutamente disponibile,
non solo nei riguardi delle autorità turche, ma anche con i rifugiati siriani informandoli
dove trovarci se avessero bisogno di entrare in contatto con noi. E le autorità turche
indirizzano ai nostri uffici chiunque voglia chiedere asilo. D.
– Considerando la crisi politica in Siria, temete che questa situazione possa peggiorare
nei prossimi giorni?
R. – Well, of course no one knows … Beh,
certamente nessuno sa cosa succederà nei prossimi giorni. Quello che è chiaro è che
quando i civili – donne, bambini –sono minacciati di violenza, quando aumenta la violenza,
loro scappano. Quindi, finché continuerà questa situazione, possiamo certamente aspettarci
che la gente cerchi di mettersi al sicuro, se in un altro Paese o in Siria stessa
non è possibile saperlo.
D. – Ankara ha detto che terrà le porte aperte
per i rifugiati. Come considera questo atteggiamento?
R. – Well, it
is an exemplary attitude … E’ un atteggiamento esemplare. Siamo molto grati
che la Turchia abbia mostrato a noi, e soprattutto ai siriani, che se loro dovessero
avere bisogno di un rifugio sicuro, questa sarà pronta a darlo.
D. –
Anche il Libano è interessato dal flusso dei rifugiati. Com’è la situazione in questo
Paese?
R. – Well, it’s been some time since Sirians ... E’
già da tempo che i siriani si rifugiano in Libano, ma lì sono ospitati e sono accuditi
presso le famiglie del posto, dove molti si sono fermati. Anche in questo caso siamo
riconoscenti per questo appoggio offerto indirettamente dal governo.
D.
– Quindi, per il momento possiamo dire che non c’è un’emergenza umanitaria per quanto
riguarda i rifugiati che scappano dalla Siria?
R. – No, I think that
this is well in hand. … No, credo che lì la situazione sia sotto controllo.
Ovviamente, siamo molto preoccupati per questa gente, e per coloro che si trovano
ancora dall’altra parte e che forse hanno bisogno di fuggire: siamo molto preoccupati
per alcune informazioni che non siamo stati ancora in grado di accertare, che riguardano
l’accesso al cibo, l’elettricità, l’acqua e naturalmente la sicurezza, in alcune di
queste aree vicine al confine.
D. – Ha avuto notizie da parte di questi
rifugiati in merito alla situazione interna in Siria? Avete saputo se ci sono persone
sfollate in territorio siriano?
R. – So far we haven’t heard that … Finora
non abbiamo avuto notizie in merito, ma siamo pronti ad inviare un gruppo di protezione,
se e quando il governo turco ce lo chiederà.
D. – Avete avuto l’occasione
di entrare in contatto con le autorità siriane per essere informati sulla situazione
nel Paese?
R. – We have a sizable refugee population … Nel
Paese abbiamo una popolazione di rifugiati abbastanza grande, per la maggior parte
iracheni, e abbiamo contatti regolari con le autorità siriane. Quindi, a quel livello
la comunicazione è già aperta. (ap)