2011-06-09 14:10:22

Indonesia. Le Chiese della Papua al governo: rivedere i contratti delle Compagnie estrattive


I contratti firmati dal governo indonesiano con le grandi multinazionali per lo sfruttamento delle risorse minerarie in Papua (o Irian Jaya) “non danno alcun beneficio alle popolazioni indigene”, anzi “creano molti problemi di sicurezza, di sostenibilità ambientale, di violazione dei loro diritti ancestrali”: è quanto affermano le Chiese della Papua al governo indonesiano, chiedendo di rivedere l’appalto firmato con la Compagnia estrattiva americana Freeport Mc Moran. Come riferisce all'agenzia Fides una nota della “Comunione delle Chiese in Papua”, “finora la presenza di imprese estere nella regione non ha portato vantaggi alla popolazione”, ma solo problemi: “i popoli indigeni della Papua sono titolari di diritti consuetudinari sui territori, che vengono del tutto ignorati”. Inoltre, con l’arrivo delle compagnie straniere, i problemi di sicurezza nella regione sono aumentati: nei gironi scorsi la Freeport è stata accusata di essere coinvolta nell’uccisione di alcuni indigeni che protestavano contro la presenza della compagnia. Il governo indonesiano ha forti legami economici con la Freeport: la multinazionale ha appena pagato una tranche di 678 milioni di dollari come compenso per l'accordo di estrazione di risorse minerarie in Indonesia. Dal 1992 a oggi la compagnia ha versato al governo di Giacarta oltre 12,1 miliardi di dollari. Nei giorni scorsi, a conclusione di una conferenza congiunta fra leader civili e religiosi, le Chiese della Papua hanno sottoposto al governo un documento con 22 raccomandazioni, in cui si chiede la revisione del contratto con la Freeport. I leader cristiani rivendicano il loro ruolo nel contribuire alla soluzione di problemi cruciali in Papua: sviluppo umano, istruzione, progresso culturale e formazione spirituale della popolazione. Esprimono il sostegno alla “speciale autonomia territoriale” della Papua, da costruire responsabilizzando – e non mortificando – le comunità locali. Le Chiese della Papua operano in difesa della vita, dei diritti, e della promozione sociale delle comunità indigene, i cui membri spesso sono considerati “cittadini di seconda classe” e di fatto emarginati e discriminati nella loro stessa provincia. (R.P.)







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