2011-06-08 15:34:42

Unicef: un bambino su 5 non viene vaccinato


Un bambino su cinque nel mondo non viene vaccinato. Malattie facilmente guaribili diventano quindi letali per milioni di bambini ogni anno. Lo denuncia l’Unicef in vista della conferenza dell’Alleanza internazionale per i vaccini e l’immunizzazione, prevista la prossima settimana a Londra. Sulla gravità di questa situazione sentiamo, al microfono di Irene Pugliese, Donata Lodi, direttore delle relazioni internazionali Unicef Italia.RealAudioMP3

R. – Noi calcoliamo che ogni anno nel mondo continuino a morire due milioni di bambini per malattie che potrebbero essere evitate con vaccini che costano pochi centesimi.

D. – Quali sono le cause maggiori di morte, appunto, per questi bambini?

R. – Sono, in molti casi, le principali malattie killer per le quali l’80 per cento dei bambini del mondo è vaccinato. Nelle zone più povere, però, dei Paesi più poveri, ci sono molti bambini non vaccinati contro il morbillo, per esempio; madri non vaccinate contro il tetano; bambini non vaccinati contro la difterite e la pertosse. La tubercolosi è un’altra causa di morte molto diffusa e prevenibile con un vaccino che non è efficace al cento per cento, ma riduce drasticamente i casi. Tutti questi vaccini non sono disponibili per tutti i bambini, in tutte le regioni di tutti i Paesi.

D. – Quali sono precisamente le zone del mondo più colpite dalla mortalità infantile?

R. – Sicuramente l’Africa Sud del Sahara, ma anche alcune regioni del sub continente indiano. Per esempio la poliomielite, che noi siamo abituati a considerare sconfitta, continua ad avere due focolai epidemici: uno nell’Africa Occidentale – fra la Nigeria, il Ciad e il Centro Africa – e l’altro nel Nord-Ovest dell’India, quindi fra India e Pakistan. Ora, al di là della mortalità, c’è anche il problema di tutto quello che queste malattie portano con sé: pensiamo agli effetti della polio in termini di invalidità permanenti per i bambini, per esempio.

D. – Lunedì si terrà a Londra la conferenza dell’Alleanza internazionale per i vaccini e l’immunizzazione. Quali gli obiettivi di questo incontro e quali, in generale, gli obiettivi per il futuro?

R. – Bisogna arrivare, come minimo, velocemente, al 90 per cento di soglia di vaccinazione per tutte le principali malattie infettive. Abbiamo superato l’80 per cento del 2007 e oggi siamo su alcune malattie – per esempio contro la tubercolosi – all’89 per cento, e siamo all’82 per cento dei bambini, per quanto riguarda difterite, pertosse e tetano. Non possiamo accontentarci di questi risultati, bisogna arrivare almeno al 90 per cento, che è una soglia che in qualche modo blocca la diffusione. Poi, soprattutto, grazie ad una mappatura che è stata fatta delle aree maggiormente a rischio, noi puntiamo a concentrare gli interventi nelle aree dove il problema è più acuto e dove i servizi sanitari sono meno efficaci. Serve quindi una mobilitazione di diverse risorse del settore privato, dei governi e delle agenzie internazionali. Occorre davvero una grande alleanza per salvare questi due milioni di bambini ogni anno dalla morte per malattie prevenibili con i vaccini. (ap)







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