Indonesia: i cristiani pronti al dialogo anche con i gruppi radicali
E’ il dialogo la “parola-chiave” e l’atteggiamento più giusto ed efficace nei rapporti
interreligiosi all’interno della società indonesiana, anche nei contesti di tensione:
è quanto ribadito in un recente incontro organizzato dal “Jakarta Christian Communication
Forum”, che raccoglie membri delle comunità cristiane di tutte le confessioni. A conclusione
del “mese ecumenico” (maggio), il forum ha tenuto un incontro di riflessione intitolato
“La tolleranza fra le fedi in una nazione pluralistica: chiave per la pace e lo sviluppo”.
Gi oltre 160 diversi leader cristiani intervenuti all’incontro, intitolato “La tolleranza
fra le fedi in una nazione pluralistica: chiave per la pace e lo sviluppo”, hanno
riconosciuto l’importanza di un atteggiamento di dialogo e di tolleranza. Un atteggiamento
che contribuisce e stemperare le tensioni e a costruire pace e armonia nella nazione.
Din Syamsuddin, leader dell’organizzazione islamica “Muhammadiyah”, si è soffermato
sull’urgenza del dialogo “anche con i gruppi radicali”. Tanto i musulmani quanto i
cristiani - ha detto Din Syamsuddin le cui parole sono state riprese da AsiaNews -
devono affrontare al loro interno la questione delle frange fondamentaliste. Il reverendo
Andrew Yewangoe, leader della “Comunione Indonesiana della Chiese”, ha infine rimarcato
la necessaria autonomia della Chiesa rispetto allo Stato, in quanto “se la Chiesa
è cooptata dallo Stato, perde la sua voce profetica”. La voce con cui deve predicare
i valori del Vangelo come pace, armonia, riconciliazione, amore per il prossimo. (A.L.)