2011-06-07 15:14:25

Strage di militari in Siria, oltre 120 uccisi in un’imboscata nel nord del Paese


Potrebbe presto finire davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la brutale repressione delle manifestazioni antigovernative in Siria. Intanto, il governo di Damasco denuncia la strage di oltre 120 appartenenti alle forze di sicurezza, mentre resta altissima la tensione con lo Stato di Israele dopo gli incidenti di domenica sulle alture del Golan. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Il presidente Assad ha perso la legittimità necessaria per restare al potere. È una presa di posizione netta e senza precedenti quella espressa dal ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, secondo il quale “in Siria il processo di riforme è finito” e ora di “far procedere” una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che condanna Damasco le sua dura repressione del dissenso. Il capo della diplomazia francese ne ha parlato ieri a Washington con il segretario di stato Usa, Hillary Clinton. Ma la possibilità che l’organo dell’Onu adotti la risoluzione non è scontata. La Russia, infatti, potrebbe opporre il veto. Un rischio, che Juppè si dice pronto a correre. Intanto in Siria non si fermano le violenze. Questa volta a farne le spese sono stati almeno 123 agenti delle forze di sicurezza uccisi in un agguato da uomini armati nella città di al-Shughur, nel nordovest del Paese. Il governo ha attribuito la strage a gruppi terroristici stranieri. Vittime anche tra i dissidenti. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani di Londra, almeno 40 persone sono state uccise ieri nell'ambito delle operazioni delle forze di sicurezza contro chi manifesta per la democrazia. E resta altissima la tensione con Israele dopo gli scontri, domenica, sulle alture del Golan, presso il confine tra i due Stati, che hanno provocato 23 vittime, tra siriani e palestinesi, e il richiamo della comunità internazionale che ha chiesto a Damasco di astenersi da provocazioni e a Israele di non eccedere nelle risposte. Il ritorno della violenza al confine con lo Stato ebraico ha inoltre provocato un duro scontro all’interno della comunità palestinese presente in Siria. Ieri, almeno 14 persone sono morte nella sparatoria nel campo profughi di Yarmuk che ha coinvolto miliziani palestinesi di fronti politici opposti a margine dei funerali di alcune vittime degli incidenti sul Golan. Da segnalare infine la fuga in Turchia di oltre 50 persone in fuga dalla repressione. Secondo una fonte diplomatica turca venti di loro sono in cura per ferite di vario genere.

Aiea-Siria
E la Siria è anche sotto osservazione da parte dell’Aiea. L’Agenzia internazionale per l'energia atomica, riunita a Vienna, ha accusato Damasco di non aver spiegato la vera natura del sito di Dair Alzour, dove forse le autorità siriane avrebbero costruito un reattore nucleare. Secondo l’Aiea, l’Iran avrebbe proseguito, fino a poco tempo fa, il suo programma di sviluppo di armi nucleari.

Libia
La Nato comincia a prepararsi all'uscita di scena di Gheddafi ed intensifica i raid contro gli obiettivi sensibili del regime. Dopo una notte di bombardamenti, questa mattina una colonna di fumo si è vista levare nel centro di Tripoli, nei pressi del bunker dove si ritiene possa nascondersi Gheddafi. Intanto, si riuniscono a Bruxelles i ministri della Difesa degli alleati, mentre a Bengasi è giunto l’inviato speciale della presidenza russa Mikhail Marguelov, per aprire un dialogo con i vertici del Consiglio nazionale di transizione.

Usa-Medio Oriente
Gli Stati Uniti bocciano la proposta francese di una conferenza di pace per il Medio Oriente. “Non sarebbe proficuo”, ha detto il segretario di Stato americano Hillary Clinton incontrando ieri a Washington il ministro degli Esteri francese Juppè. La Clinton ha poi spiegato che israeliani e palestinesi non sono al momento disponibili alla ripresa dei negoziati.

Merkel-Obama
Al via oggi una tre giorni di incontri a Washington tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente americano Barack Obama dopo le divergenze in politica estera tra i due leader. Sul tavolo le crisi in Nordafrica e Medio Oriente, i problemi dell'euro, l'economia mondiale e le relazioni tedesco-statunitensi.

Processo Strauss-Kahn
E’ fissata al 18 luglio la prossima udienza del processo contro l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale. Ieri davanti ai giudici di Manhattan, Dominique Strauss-Kahn si è dichiarato innocente, respingendo così le accuse di reati sessuali su una cameriera. Se riconosciuto colpevole rischia dai 5 ai 25 anni di carcere.

Burkina Faso
In Burkina Faso, nella fine settimana, le forze speciali hanno represso l’ultima di una serie di rivolte militari, in corso da oltre tre mesi. Intervistato da Davide Maggiore, il giornalista di "Nigrizia", Raffaello Zordan fa un’analisi della crisi, partendo dal ruolo dell’esercito:RealAudioMP3

R. - Sicuramente le forze armate hanno un ruolo importante in questo Paese e hanno contribuito anche all’ascesa del presidente Compaoré. Vediamo però che ci sono vari ceti sociali che si stanno ribellando, soprattutto ad una questione: la maggior parte di questa popolazione vive sotto la soglia della povertà e, non a caso, infatti, il Paese è al 161.mo posto su 169 nell’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite.

D. - Quali sono le radici di questa crisi?

R. – Primo, l’incapacità di ridistribuire quel poco di ricchezza che c’è. Una delle radici della crisi poi è sicuramente il fatto che molti burkinabè, andati a lavorare in Costa d’Avorio, sono di ritorno in questi anni, perché si sono trovati senza lavoro a causa della crisi in Costa d’Avorio. Le informazioni che si hanno, anche se è difficile penetrare quegli ambienti, è che ci sia malcontento in vari settori dell’esercito e anche negli alti gradi: una preoccupazione perché ormai si punta all’alternanza.

D. - Un golpe può essere lo sbocco di questa situazione?

R. - Se Compaoré non riuscirà a capire cosa avviene veramente nel cuore dell’esercito è evidente che potrà avere delle difficoltà proprio a partire da lì. Oggi è difficile che Compaoré, se ha dalla sua parte una fetta consistente delle forze armate, possa essere mandato a casa da rivolte di strada. (ap)

Italia-Referendum
La Corte costituzionale ha giudicato ammissibile il nuovo quesito referendario sul nucleare, così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge "Omnibus". La decisione è stata presa all'unanimità. Su tale quesito gli italiani saranno dunque chiamati a decidere durante la consultazione del 12 e 13 giugno. Le motivazioni della decisione, scritte dal giudice Tesauro,saranno depositate in giornata. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 158







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