2011-06-07 14:27:06

India: radicali indù contro la legge a tutela delle minoranze. La Chiesa: legge giusta e necessaria


Per i cristiani indiani è una legge “giusta e necessaria” mentre per i gruppi estremisti indù è “frutto di un complotto internazionale, per colpire i credenti indù”. Come riferiscono fonti locali all'agenzia Fides, in India si infiamma il dibattito sulla proposta di legge contro la violenza intercomunitaria (denominata “Communal Violence Bill”) che mira a prevenire attacchi alle minoranze etniche o religiose. La legge, approvata nelle scorse settimane dal “National Advisory Council”, sarà discussa nella sessione estiva dei lavori parlamentari, a luglio. Il documento conferisce allo Stato centrale ampi poteri di intervento, per prevenire e fermare episodi di violenza di massa e abusi sulle minoranze religiose, etniche o culturali, a prescindere dall’autorizzazione dei singoli Stati della Federazione indiana. I gruppi radicali indù hanno lanciato una campagna per delegittimare la proposta di legge, nel tentativo di affossarla. Subhas Couhan, leader del movimento radicale “Bajrang Dal”, parlando a una platea di militanti riuniti in Orissa – Stato che fu teatro della violenza anticristiana nel 2008 – ha detto che “la legge obbedisce a poteri esterni, è il risultato di una cospirazione internazionale che intende colpire i fedeli indù”. “La legge – ha continuato – interferisce con i poteri dei singoli Stati e costituisce, dunque, un attacco alla politica federale del Paese”, annunciando un’intensa campagna di sensibilizzazione in tutta la nazione per bloccare il provvedimento. Padre Joseph Babu Karakombil, portavoce della Conferenza episcopale dell’India, spiega all’agenzia Fides che “tutte le comunità cristiane, i fedeli musulmani, le Organizzazioni non governative, le associazioni per i diritti umani, i gruppi indù moderati, sono favorevoli a questa legge”. “La legge – rimarca – è frutto di un dibattito durato alcuni anni. Intende essere un deterrente per nuove violenze di massa contro le minoranze. E’ uno strumento forte ed efficace per prevenire violenze intercomunitarie, in quanto obbliga lo Stato centrale ad agire. Guardando la storia dell’India negli ultimi 50 anni, crediamo che sia una legge giusta e necessaria. In molti casi – come per gli attacchi ai cristiani in Orissa o quelli ai musulmani in Gujarat – lo Stato centrale è rimasto a guardare o è intervenuto con molto ritardo perché poteva agire solo su richiesta degli singoli Stati”. Il portavoce della Conferenza episcopale spiega che “la legge serve anche a depotenziare le complicità politiche che si sono verificate in quei casi. E offre un strumento in più: una autorità nazionale indipendente per monitorare le situazioni di tensione”. “Crediamo sia una legge utile a costruire la pace sociale e l’armonia interreligiosa in India. Inoltre - conclude - protegge tutte le minoranze: cristiani, musulmani, dalit, fuoricasta e anche gli indù nei sette Stati indiani dove essi stessi sono una minoranza”. (R.P.)







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