2011-06-07 15:48:43

Documento della Chiesa ortodossa russa sulla cristianofobia


La discriminazione religiosa potrà essere sconfitta solo attraverso l’allargamento di un dialogo che coinvolga gli Stati, le organizzazioni internazionali, le varie confessioni e i rappresentanti della società civile. A ribadirlo è il Sinodo della Chiesa ortodossa russa, che in un recente documento, al termine di un incontro tenutosi a San Pietroburgo, affronta “con profonda inquietudine” il tema dell’aumento degli episodi di cristianofobia in alcune aree del mondo. La cristianofobia, afferma il Patriarcato di Mosca, si manifesta soprattutto quando le differenze religiose sono usate a fini politici, principalmente da gruppi estremisti, i cui obiettivi sono incompatibili con il bene della società nel suo insieme. Da qui l’appello della Chiesa ortodossa russa, rivolto alla comunità internazionale, ai responsabili religiosi e a tutte le autorità pubbliche, ad “elaborare dei meccanismi integrali ed efficaci di difesa dei cristiani e delle comunità cristiane che subiscono persecuzioni o restrizioni nella loro esistenza e nelle loro attività religiose”. Nel documento pubblicato al termine della riunione svoltasi a San Pietroburgo, il sinodo del Patriarcato di Mosca ricorda anche i recenti, tragici avvenimenti accaduti nella città egiziana di Giza, dove “chiese cristiane sono state bruciate e fedeli della Chiesa copta hanno perso la vita nel corso di disordini di massa”. Manifestazioni di cristianofobia – si legge nel testo ripreso dall’Osservatore Romano - che “non possono più essere interpretate come incidenti occasionali: in certe regioni del mondo si tratta di una consuetudine”. La Chiesa ortodossa russa ricorda poi le discriminazioni che, in alcuni Paesi, fanno dei cristiani dei “cittadini di seconda categoria”: atti di vandalismo legati all’estremismo religioso, restrizioni della libertà di culto, sentenze giudiziarie particolarmente dure, che arrivano fino alla pena di morte per blasfemia. “Il cristianesimo – sottolinea poi il Patriarcato di Mosca - insegna ai suoi fedeli a obbedire alla legge e a rispettare i governi legali”, ma gli Stati, responsabili dei propri cittadini, “hanno l’obbligo di rispettare la dignità e i diritti di tutti e, di conseguenza, di garantire la libertà di religione e la sicurezza delle comunità religiose”. Nessuno può essere discriminato a causa della propria fede. Per questo, la ferma condanna della Chiesa ortodossa russa si estende a qualsiasi forma di antisemitismo e di islamofobia. Si ribadisce infine l’impegno a favorire il dialogo tra i leader religiosi e la comunità internazionale allo scopo di “lavorare allo stabilimento di principi di coesistenza pacifica fra i credenti di differenti tradizioni”. (A.L.)







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