Yemen: Saleh in Arabia Saudita, "interim" al vice. Ancora morti nonostante la tregua
Si continua a morire nello Yemen: oggi la cronaca riferisce di almeno sette morti
a Sana’a e a Taiz, che vanno ad aggiungersi alle 12 vittime di ieri sera a Zinjibar,
nel sud del Paese. Tutto questo nonostante la tregua decretata con la mediazione dell’Arabia
Saudita, dove Saleh si è rifugiato dopo essere stato ferito, ma da dove tornerà entro
pochi giorni. L’opposizione fa sapere che si batterà contro il suo ritorno. Il servizio
di Roberta Barbi:
È cambiato
il presidente, anche se temporaneamente, ma non è cambiata la situazione nello Yemen,
dove la tensione resta altissima, soprattutto nella capitale Sana’a, in cui la tregua
mediata dall’Arabia Saudita non ha fermato cannonate ed esplosioni nel distretto di
Hasaba, teatro negli ultimi giorni degli scontri tra le forze lealiste e la tribù
di Hashed, né ha bloccato l’attacco a una caserma affiliata a un gruppo di militari
passati con l’opposizione. Intanto, nel sit-in permanente nei pressi dell’Università,
molti giovani hanno celebrato quello che considerano “il crollo del regime”, dopo
che ieri il vicepresidente, Abd-Rabbu Mansour Hadi, ha assunto ufficialmente le funzioni
di presidente e di comandante supremo delle Forze armate, in seguito alla partenza
di Saleh, riparato in Arabia Saudita per curare le ferite riportate nell’attacco al
Palazzo presidenziale di venerdì scorso. Oggi, il presidente ad interim ha
incontrato l’ambasciatore americano a Sana’a per discutere della situazione e successivamente
conferirà con alcuni esponenti dell’esercito e con i figli di Saleh, stando ai quali
il presidente dovrebbe tornare nello Yemen e riprendere a governare entro pochi giorni.
Ma nel Paese si continua a sparare: a Taiz, nel sudovest, sono rimasti uccise cinque
persone, tra cui alcuni membri della Guardia repubblicana, mentre ieri sera diversi
convogli militari sono stati attaccati nel sud, a Zinjibar, una località che, secondo
le autorità, sarebbe nelle mani di al Qaeda.
Medio Oriente La
tv di Stato siriana riferisce oggi di tre morti, tra i quali un bambino, e cinque
feriti, dei quali tre in gravi condizioni, nel corso delle manifestazioni filopalestinesi
indette in occasione della Giornata della Naqsa, cioè il 44.mo anniversario della
guerra dei Sei giorni. Secondo l’emittente, i soldati israeliani schierati a Tsahal,
nei pressi delle alture del Golan hanno aperto il fuoco contro gli attivisti che stavano
tentando di superare la barriera. Intanto, il premier israeliano, Netanyahu, ha fatto
sapere che sta valutando l’iniziativa francese di una conferenza di pace israelo-palestinese
da tenersi tra alcune settimane a Parigi, iniziativa cui ha già aderito il presidente
dell’Anp, Abu Mazen, e contro la quale si è espressa Hamas.
Siria È
sciopero generale in segno di lutto, oggi a Hama, la città nel nord del Paese dove
venerdì scorso, negli scontri con la polizia, sono morte 48 persone. Intanto, è arrivata
la denuncia del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, della chiusura di
Internet e e dello spegnimento di diverse reti di telefonia cellulare in gran parte
del Paese.
Pakistan È di sette morti e 11 feriti il bilancio dell’attentato
di oggi a Peshawar, dove un ordigno comandato a distanza è esploso a una fermata dell’autobus,
nei pressi di un bazar. A Gujranwala, inoltre, nel nordest della provincia del Punjab,
l’esplosione di una conduttura di gas ha causato tre vittime e una decina di feriti.
Afghanistan Un
soldato del contingente internazionale Isaf a comando Nato è morto oggi nell’Afghanistan
meridionale nel corso di un attacco degli insorti. Lo ha detto la stessa Forza internazionale
di assistenza alla sicurezza da Kabul, che riferisce anche di altri due militari morti
a est nello schianto di un elicottero. Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta.
Iraq Forse
un missile o una bomba – gli inquirenti stanno indagando – ha colpito
oggi uno stabilimento petrolifero a Zubair, in Iraq, causando l’interruzione delle
operazioni di pompaggio.
Iran Decine di persone sono state arrestate
durante la cerimonia funebre di Haleh Salebi, la dissidente iraniana morta nei giorni
scorsi durante il funerale del padre, a causa di un attacco di cuore dopo uno scontro
con le forze dell’ordine. Centinaia di persone hanno partecipato alla cerimonia in
suo onore.
Vietnam Centinaia di persone hanno manifestato oggi davanti
alle sedi diplomatiche cinesi di Hanoi e Ho Chi Minh City per quella che ritengono
una violazione della sovranità nazionale del Vietnam. L’accusa ad alcune navi cinesi
è quella di aver provocato una nave vietnamita nei pressi delle Isole Spratly, il
cui possesso da tempo è conteso non solo dai due Paesi, ma anche da Filippine, Taiwan,
Malaysia, Indonesia e Brunei.
Cina Sono tutti morti i 21 minatori
rimasti intrappolati in due diverse miniere allagate in Cina. Il primo incidente è
avvenuto il 29 maggio a Guiyang, dove sono rimasti coinvolti 13 minatori; il secondo
il 31 maggio nella contea di Dushan, dove sono morti in otto.
Libia Seconda
giornata di missione, oggi, per gli elicotteri Apache britannici che hanno distrutto
nell’area di Brega una serie di postazioni lanciamissili delle truppe di Gheddafi.
A Tripoli, intanto, sono state avvertite diverse esplosioni. Nella giornata di ieri,
i raid aerei dell’Alleanza atlantica hanno danneggiato due chiese copte a Misurata
e Tripoli, mentre è stato profanato in cimitero di Hammangi a Tripoli, dove sono custoditi
anche i resti di ottomila italiani espatriati in Libia.
Tunisia La
Guardia costiera locale ha ripescato oggi i primi 20 corpi degli oltre 200 migranti
dispersi dopo il naufragio di un peschereccio libico al largo delle Isole Kerkennah,
nel sud del Paese. Il barcone, con oltre 800 persone a bordo, era diretto a Lampedusa,
ma è affondato martedì scorso.
Egitto Il Tribunale speciale egiziano
ha rinviato a giudizio ben 48 persone per gli scontri del 7 maggio scorso tra musulmani
e copti che causarono diversi morti e feriti al Cairo, nel quartiere di Imbaba. Tra
questi, 22 sono stati arrestati in via precauzionale, altri 26 sono ricercati.
Kenya Almeno
28 persone sono rimaste ferite oggi nell’esplosione avvenuta all’interno di un negozio
di ferramente a Nairobi, situato nei pressi di una stazione di servizio. Secondo le
prime ricostruzioni della polizia, si tratterebbe di un attentato.
Sudan Il
governo di Khartoum ha respinto oggi la richiesta fatta nei giorni scorsi dal Consiglio
di sicurezza dell’Onu, di ritirarsi dalla regione di Abyei, contesa tra il Nord e
il Sud del Paese.
Usa È emergenza incendi in Arizona, dove le fiamme
stanno divorando gran parte della zona montuosa della parte centroorientale dello
Stato, con cenere e fumo arrivati a lambire quasi Albuquerque, in New Mexico.
Cile Le
autorità cilene hanno provveduto all’evacuazione di circa 3.500 persone nella regione
di Los Rios, a causa delle scosse sismiche e dell’eruzione del vulcano Puyehue-Cordo
Caulle, entrato ieri in attività. Il governo ha specificato che non ci sono pericoli
imminenti, che le ceneri continueranno a cadere per altre 24 ore e che viene costantemente
monitorata la situazione nell’area di Bariloche, centro turistico della Patagonia
argentina, dove è stato chiuso l’aeroporto.
Batterio killer È ancora
sconosciuta l’origine della tremenda variante del batterio Escherichia Coli che in
Europa ha già ucciso una ventina di persone. Le autorità sanitarie tedesche stanno
concentrando l’attenzione su un ristorante di Lubecca e su una festa ad Amburgo, mentre
il numero dei contagi in Germania sale ufficialmente a 2001. Intanto, la Commissione
europea ha convocato per martedì una riunione straordinaria del Comitato di gestione
per discutere le misure contro la crisi che sta attraversando il settore ortofrutticolo
in conseguenza dell’epidemia che ha cambiato i consumi dei cittadini.
Portogallo Si
sono aperti questa mattina alle 9 e si chiuderanno alle 21 i seggi elettorali in Portogallo,
dove oltre nove milioni di elettori sono chiamati a votare per le politiche anticipate.
Il favorito della vigilia è il partito di opposizione di centrodestra, e comunque
chi guiderà il governo dovrà attuare le misure di salvataggio finanziario negoziate
con Ue e Fmi.
Macedonia Macedonia al voto, oggi, per le elezioni
politiche anticipate indette ad aprile dopo una crisi di governo. La sfida riguarda
principalmente il partito conservatore del premier uscente e l’Unione socialdemocratica,
ma sono tre i partiti in lizza che rappresentano la minoranza albanese nel Paese,
che ammonta a circa due milioni di persone.
Slovenia Importante referendum,
oggi, in Slovenia: è richiesta la consultazione della popolazione sulla riforma del
sistema pensionistico, un banco di prova per il governo del premier Pahor. Al voto
anche una legge per contrastare il lavoro nero e una sui beni d’archivio. (Panoramica
internazionale a cura di Roberta Barbi)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LV no. 156