Mons. Zupan: far sentire la voce delle tante famiglie che vivono la fede nel silenzio
dei mass media
Sullo sfondo dei primi appuntamenti di Benedetto XVI a Zagabria si staglia il grande
raduno delle famiglie cattoliche croate, che domani vivranno il clou della visita
pastorale con la Messa che il Papa presiederà nell'area del grande Ippodromo cittadino.
Ma già questa sera, alla Veglia di Benedetto XVI con i giovani, ci saranno anche i
genitori dei ragazzi a pregare con il Pontefice, nella Piazza Josip Jelačić di Zagabria.
La nostra inviata, Giada Aquilino, ha intervistato i coniugi Guido e Verica
Kraš Villa. La signora Villa, in particolare, è la coordinatrice della veglia
delle famiglie e ne descrive i momenti più significativi:
R. - (moglie)
Abbiamo preparato un’azione che si chiama “Guardia di Pietro”: una preghiera che unisce
le famiglie, che pregano ogni sera il Rosario e una speciale preghiera simile al credo:
non è il Credo, ma un credo croato, composto nel 1979, quando abbiamo festeggiato
1.100 anni delle relazioni tra la Croazia e la Santa Sede. Inizialmente abbiamo organizzato
questa preghiera tra i gruppi-famiglie; poi abbiamo organizzato il forum dei gruppi-famiglie
ed abbiamo coinvolto più o meno 25–30 mila famiglie in tutta la Croazia: questo vuol
dire circa 100 mila persone, che ogni sera pregano per il Papa nelle loro famiglie.
In questi giorni, facciamo la Novena alla Sacra Famiglia, che precede l’incontro con
il Papa.
R. – (marito) Vorrei aggiungere una cosa: le famiglie hanno
pregato per il successo della visita di Benedetto XVI in Croazia. E per il successo
della visita non è stato inteso che ci fossero delle folle immense, ma che le parole
del Santo Padre entrassero nei nostri cuori e noi fossimo pronti non solo ad ascoltare,
ma poi a mettere in pratica le parole del Santo Padre.
D. – In questo
cammino che state compiendo, accanto a voi, c’è il piccolo Ivan Karol, vostro figlio,
perché si chiama Ivan Karol?
R. – (moglie) Perché noi da sempre volevamo
chiamare il nostro bambino con il nome del Papa Ivan Pavle, cioè Giovanni Paolo. Noi
abbiamo perso un bambino prima di Ivan, che si chiamava Ivan Pavle; quando sono rimasta
nuovamente incinta avevo dei problemi e c’era un pericolo per Ivan: abbiamo pregato
il Papa affinché lo salvasse… Per questo gli abbiamo dato il nome di Papa Karol!
(ma)
Sulla Giornata delle famiglie e sulla situazione dell'istituto familiare
in Croazia, Giada Aquilino ha intervistato mons. Valter Zupan, vescovo di Krk,
presidente della Commissione per la Famiglia e la Vita della Conferenza episcopale
croata:
R. - Abbiamo visto che c’è davvero bisogno di organizzare le famiglie,
poiché da noi la maggioranza di esse seguono le iniziative del Santo Padre, seguono
quanto dice la Chiesa, però, la loro voce non si sente: si sente la voce dei mass
media che danno tutta un’altra impressione. Perciò abbiamo voluto, in un certo modo,
organizzare le famiglie per dare una voce a queste famiglie. E il Santo Padre ha accolto
l’invito dei vescovi croati ed è voluto venire proprio a presiedere l’Incontro delle
famiglie. Questo, per noi, è un grande avvenimento!
D. - Quali sono i problemi
delle famiglie croate, oggi?
R. - Sono un po’ i problemi che interessano le
famiglie in tutta l’Europa: la disgregazione, i divorzi… Possiamo dire, però, che
in Croazia c’è ancora una bella percentuale di famiglie che veramente segue la Chiesa
e ha una vita religiosa. Da noi, per esempio, l’88% dei bambini delle scuole medie
frequenta l’insegnamento della religione a scuola e così avviene anche nelle scuole
superiori. Si può dire, insomma, che la nostra gente è ancora abbastanza attaccata
alla pratica religiosa. Però direi che si sente anche qui, pian piano, una disgregazione
e abbiamo bisogno di una parola di conforto, di sostegno. E siamo sicuri che il Santo
Padre saprà dare questo sostegno nei suoi interventi.
Del ruolo della famiglia
in Croazia, Giada Aquilino ha parlato con uno dei coordinatori della Giornata nazionale,
il prof. Željko Tanjić:
R. – La famiglia
nella nostra società ha un ruolo importante: secondo tutti i sondaggi, la famiglia
per i croati è al primo posto dei valori. Certamente, al momento, qui in Croazia ci
sono molte difficoltà: difficoltà economiche, sociologiche, ma anche relative agli
stessi valori. Credo che uno dei messaggi più importanti del Santo Padre sarà di rafforzare
quel senso dell’importanza della famiglia per la nostra società. D’altra parte, anche
la nostra società trova a confrontarsi con molte questioni che riguardano il futuro,
i valori, la questione della verità, come lavorare insieme per la nostra società e
che contributo può dare la Chiesa a tutto questo. Credo che le sue parole daranno
un grande sostegno alla Chiesa, affinché sia coinvolta nella vita della società, portando
la testimonianza del Vangelo.
D. – Nel cammino di avvicinamento all’Unione
Europea, la Croazia come può cambiare attraverso questi valori?
R. –
Il pensiero del Santo Padre qui è molto importante, perché parla sempre di queste
‘radici cristiane della società europea’, che anche noi sentiamo come molto importanti.
Però il problema noi lo avvertiamo, perché noi vediamo la Comunità europea soltanto
attraverso le lenti economiche e politiche; tra molti croati c’è la convinzione che
la stessa Unione Europea non riesca a far arrivare molto bene questo sentimento.
Questo a volte è un problema. Credo che il Santo Padre voglia darci prima di tutto
una forte spinta per valorizzare i nostri valori cristiani, testimoniarli, per entrare
nella Comunità Europea proprio con questi valori. Dall’altra parte, anche noi dobbiamo
accettare e rafforzare certi aspetti della vita democratica, della società, del ruolo
della legge. Tutte cose che stiamo ancora sviluppando e che dobbiamo imparare dalla
stessa Comunità Europea. (vv)