Benedetto XVI ai giovani: solo nell’amore di Gesù si realizza la vera felicità
In serata il Papa ha incontrato i giovani per la Veglia di preghiera nella Piazza
Josip Jelacic di Zagabria. Benedetto XVI li ha esortati a lasciarsi prendere per
mano da Gesù: “Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere
che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui,
perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole
e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo
contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando
controcorrente”. Quindi ha aggiunto: “Il Signore Gesù non è un Maestro che illude
i suoi discepoli: Egli dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno
e il sacrificio personale, ma ne vale la pena! Cari giovani amici, non lasciatevi
disorientare da promesse allettanti di facili successi, da stili di vita che privilegiano
l’apparire a scapito dell’interiorità. Non cedete alla tentazione di riporre fiducia
assoluta nell’avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va
oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare
alle altezze di Dio!”. Di seguito il testo del discorso del Papa:
Cari
giovani!
Vi saluto tutti con grande affetto! Sono particolarmente contento
di essere con voi, in questa piazza storica che rappresenta il cuore della città di
Zagabria. Un luogo di incontri e di comunicazione, dove spesso dominano il rumore
e il movimento della vita quotidiana. Ora, la vostra presenza la trasforma quasi in
un “tempio”, la cui volta è il cielo stesso, che questa sera sembra come chinarsi
su di noi. Nel silenzio vogliamo accogliere la Parola di Dio che è stata proclamata,
perché illumini le nostre menti e riscaldi i nostri cuori.
Ringrazio
vivamente Mons. Srakić, il Presidente della Conferenza Episcopale, per le parole con
cui ha introdotto il nostro incontro; e in modo particolare saluto e ringrazio i due
giovani, che ci hanno offerto le loro belle testimonianze. L’esperienza vissuta
da Daniel ricorda quella di sant’Agostino: è l’esperienza del cercare l’amore “fuori”
e poi scoprire che è più vicino a me di me stesso, mi “tocca” nel profondo e mi purifica…
Mateja invece ci ha parlato della bellezza della comunità, che apre il cuore, la mente
e il carattere… Grazie a tutti e due!
San Paolo – nella Lettura che
è stata proclamata – ci ha invitato ad essere “sempre lieti nel Signore” (Fil 4,4).
E’ una parola che fa vibrare l’anima, se consideriamo che l’Apostolo delle genti scrive
questa Lettera ai cristiani di Filippi mentre si trova in carcere, in attesa di essere
giudicato. Egli è incatenato, ma l’annuncio e la testimonianza del Vangelo non possono
essere imprigionati. L’esperienza di san Paolo rivela come sia possibile, nel nostro
cammino, custodire la gioia anche nei momenti oscuri. A quale gioia egli fa riferimento?
Tutti sappiamo che nel cuore di ognuno dimora un forte desiderio di felicità. Ogni
azione, ogni scelta, ogni intenzione porta celata in sé questa intima e naturale esigenza.
Ma molto spesso ci si accorge di aver riposto la fiducia in realtà che non appagano
quel desiderio, anzi, rivelano tutta la loro precarietà. Ed è in questi momenti che
si sperimenta il bisogno di qualcosa che vada “oltre”, che doni senso al vivere quotidiano.
Cari
amici, la vostra giovinezza è un tempo che il Signore vi dona per poter scoprire il
significato dell’esistenza! È il tempo dei grandi orizzonti, dei sentimenti vissuti
con intensità, ma anche delle paure per le scelte impegnative e durature, delle difficoltà
nello studio e nel lavoro, degli interrogativi intorno al mistero del dolore e della
sofferenza. Ancora di più, questo tempo stupendo della vostra vita porta in sé un
anelito profondo, che non annulla tutto il resto ma lo eleva per dargli pienezza.
Nel Vangelo di Giovanni Gesù, rivolgendosi ai suoi primi discepoli, chiede: “Che cosa
cercate?” (Gv 1,38). Cari giovani, queste parole, questa domanda attraversa il tempo
e lo spazio, interpella ogni uomo e ogni donna che si apre alla vita e cerca la strada
giusta... Ed ecco la cosa sorprendente: la voce di Cristo ripete anche a voi: “Che
cosa cercate?”. Gesù vi parla oggi: mediante il Vangelo e lo Spirito Santo, Egli è
vostro contemporaneo. È Lui che cerca voi, prima ancora che voi lo cerchiate! Rispettando
pienamente la vostra libertà, Egli si avvicina a ciascuno di voi e si propone come
la risposta autentica e decisiva a quell’anelito che abita il vostro essere, al desiderio
di una vita che valga la pena di essere vissuta. Lasciate che vi prenda per mano!
Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! DateGli
fiducia, non vi deluderà mai! Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre,
vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella
comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore,
quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato
della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni,
anche andando controcorrente.
Cari giovani, radicati in Cristo, potrete
vivere in pienezza quello che siete. Come sapete, su questo tema ho impostato il mio
Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che ci vedrà riuniti in
agosto a Madrid e verso la quale siamo in cammino. Sono partito da un’incisiva espressione
di san Paolo: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7). Crescendo
nell’amicizia con il Signore, attraverso la sua Parola, l’Eucaristia e l’appartenenza
alla Chiesa, con l’aiuto dei vostri sacerdoti, potrete testimoniare a tutti la gioia
di aver incontrato Colui che sempre vi accompagna e vi chiama a vivere nella fiducia
e nella speranza. Il Signore Gesù non è un Maestro che illude i suoi discepoli: Egli
dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno e il sacrificio personale,
ma ne vale la pena! Cari giovani amici, non lasciatevi disorientare da promesse allettanti
di facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità.
Non cedete alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell’avere, nelle cose materiali,
rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove
Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio! Nella stagione della
vostra giovinezza, vi sostiene la testimonianza di tanti discepoli del Signore che
hanno vissuto il loro tempo portando nel cuore la novità del Vangelo. Pensate a Francesco
e Chiara d’Assisi, a Rosa di Viterbo, a Teresa di Gesù Bambino, a Domenico Savio.
Quanti
giovani santi e sante nella grande compagnia della Chiesa! Ma qui, in Croazia, io
e voi pensiamo al Beato Ivan Merz. Un giovane brillante, inserito a pieno titolo nella
vita sociale, che dopo la morte della giovane Greta, il suo primo amore, intraprende
il cammino universitario. Durante gli anni della prima guerra mondiale si trova di
fronte alla distruzione e alla morte, ma tutto ciò lo plasma e lo forgia, facendogli
superare momenti di crisi e di lotta spirituale. La fede di Ivan si rafforza al punto
che si dedica allo studio della Liturgia ed inizia un intenso apostolato tra i giovani
stessi. Egli scopre la bellezza della fede cattolica e capisce che la vocazione della
sua vita è vivere e far vivere l’’amicizia con Cristo. Di quanti gesti di carità,
di bontà che stupiscono e commuovono è pieno il suo cammino! Muore il 10 maggio 1928,
a soli trentadue anni, dopo alcuni mesi di malattia, offrendo la sua vita per la Chiesa
e per i giovani.
Questa giovane esistenza, donata per amore, porta
il profumo di Cristo, ed è per tutti un invito a non temere di affidare se stessi
al Signore, così come contempliamo, in modo particolare nella Vergine Maria, la Madre
della Chiesa, qui venerata e amata con il titolo di “Madre di Dio della Porta di Pietra”.
Questa sera, a Lei voglio affidare ciascuno di voi, perché vi accompagni con la sua
protezione e soprattutto vi aiuti ad incontrare il Signore e in Lui trovare il significato
pieno della vostra esistenza. Maria non ha temuto di donare tutta se stessa al progetto
di Dio; in Lei noi vediamo a quale meta siamo chiamati: la piena comunione con il
Signore.
Tutta la nostra vita è un cammino verso l’Unità e Trinità
d’Amore che è Dio; possiamo vivere nella certezza di non essere mai abbandonati. Cari
giovani croati, vi abbraccio tutti come figli! Vi porto nel cuore e vi lascio la mia
Benedizione. “Siate sempre lieti nel Signore”! La sua gioia, la gioia del vero amore,
sia la vostra forza. Amen. Siano lodati Gesù e Maria!