Il batterio Escherichia Coli continua a spaventare l'Europa
L’Escherichia Coli, il batterio che sta spaventando l’Europa, si starebbe stabilizzando.
Lo confermano fonti tedesche. 11 le vittime confermate, 17 sono presunte, circa 2000
i contagiati in 12 Paesi. Alcuni casi si registrano anche negli Stati Uniti. Tutti
però risultano avere un legame con la Germania. Esclusa la responsabilità diretta
dei cetrioli spagnoli. E dopo lo stop delle importazioni di vegetali deciso dalla
Russia nei confronti dell’Ue, l'Organizzazione Mondiale della Sanità precisa che ''non
sono state chieste restrizioni al commercio''. Al microfono di Eliana Astorri,
il commento del prof. Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive del Policlinico
Universitario Agostino Gemelli di Roma:
R. - Si sta
verificando un focolaio epidemico prevalentemente presente nel Nord della Germania,
che ha una diffusione anche in altri Paesi, ma sembrerebbe in persone che sono state
comunque in quell’area della Germania, dove sono stati segnalati il numero maggiore
di casi. E’ un batterio l’Escherichia coli; è un germe altamente noto: si isola nelle
feci degli uomini, degli animali ed ha una ampia diffusione nell’ambiente. Quello
che è nuovo è il tipo di batterio che sembrerebbe avere una tossicità importante e
una capacità di diffusione altrettanto importante.
D. - Questo batterio
è refrattario agli antibiotici?
R. - E’ stato detto ed è vero che da
un punto di vista genetico, questo batterio ha una resistenza agli antibiotici. Ma
se noi lo guardiamo da un punto di vista clinico, l’utilità della terapia antibiotica
è assolutamente nulla: è anzi controindicato utilizzare gli antibiotici e questo perché?
Perché quando noi diamo una terapia antibiotica a questi soggetti non facciamo altro
che, distruggendo il batterio, mettere in circolo la tossina, che è responsabile di
tutti questi guai che vanno dal danno renale fino - nelle forme più gravi - al danno
celebrale. E’ giusto, quindi, dire che si tratta di un germe resistente agli antibiotici,
ma andrebbe anche detto che si tratta di una forma non suscettibile di terapia antibiotica,
per la quale la terapia antibiotica non è indicata.
D. - C’è pericolo
per l’Italia?
R. - Ovviamente le notizie si rincorrono di ora in ora
e le previsioni sono sempre molto difficili. Io personalmente ritengo di no, anche
perché c’è un sistema di sorveglianza altamente qualificato ed efficace. E’ vero che
è stato descritto anche in altri Paesi, ma si tratta di singoli casi: il grosso del
focolaio epidemico è comunque localizzato nel Nord della Germania. Quello che resta
da capire è che cosa è avvenuto, perché conosciamo il colpevole - cioè l’Escherichia
coli o 104 - però non sappiamo esattamente qual è l’alimento, se c’è, che ha determinato
questa malattia. (mg)