Amazzonia: la Commissione pastorale della terra denuncia quattro omicidi di ambientalisti
In Amazzonia, quattro omicidi hanno colpito nell’ultima settimana chi si batte per
la tutela della grande foresta sudamericana. “Sono caduti – ha fatto notare la Commissione
pastorale della Terra (Cpt), secondo quanto riporta la Misna – quattro difensori dei
diritti dei contadini e della foresta grazie al potere della persistente impunità”.
In un contesto dove si verificano ancora episodi di lavoro in forma di schiavitù,
di occupazioni illegali di terre, di sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali,
i grandi latifondisti, o ‘fazendeiros’, sono sospettati di pagare i sicari che eliminano
attivisti come Adelino Ramos (ucciso nello Stato brasiliano di Rondonia), o José Claudio
Ribeiro da Silva, che con sua moglie Maria do Espirito Santo difendeva i raccoglitori
di caucciù (‘serigueiros’) del Parà. Secondo la Cpt sono 125 le persone minacciate
di morte, di cui è stato consegnato un elenco alle autorità.In questo contesto,
è stata approvata dalla Camera (e dunque rinviata al Senato) una riforma del codice
forestale del 1965, che abbatte i limiti della ‘frontiera agricola’ amazzonica. “Non
sono contrario all’estensione della ‘frontiera agricola’ - spiega Marcos Nunes, docente
di Geografia politica all’Università del Minas Gerais – ma al modo in cui questa viene
ampliata senza il controllo da parte del governo federale”. Il professore elenca anche
quelli che, a suo parere, sono i rischi maggiori: “la perdita di bio-diversità, la
riduzione della copertura vegetale, importante come regolatore climatico su scala
mondiale, l’aumento degli effetti collegati all’erosione del suolo con la riduzione
della capacità di trasporto delle acque dei fiumi”. (D.M.)