2011-06-02 12:56:20

Spagna: Giornata delle Comunicazioni sociali. I vescovi contro la pubblicità del mercato del sesso


In vista della celebrazione, domenica 5 giugno, della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, la Conferenza episcopale spagnola, attraverso la commissione per i media, ha diffuso un messaggio per mettere in guardia contro i pericoli della pubblicità del mercato del sesso. La Chiesa spagnola ha dato così il suo appoggio alla campagna già lanciata dal quotidiano madrileno “La Razón», per la soppressione di questo tipo di pubblicità dalle pagine dei giornali. Ma la Chiesa – riferisce l’Osservatore Romano - fa un ulteriore passo avanti e condanna in modo esplicito questo tipo di annunci, sottolineando inoltre i cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie, come internet. La rete - si legge nel messaggio - “non può essere un terreno estraneo a una considerazione etica e morale della comunicazione umana. Non può essere aliena dalle più elementari norme di corretto comportamento nelle relazioni personali e sociali, basate sulla dignità della persona e sulla ricerca del bene comune”. Seguendo questa linea, la commissione episcopale si esprime sugli annunci a pagamento pubblicati da alcuni giornali: “Per la Chiesa la pubblicità sessuale sui mezzi di comunicazione non solo attenta alla dignità della persona, soprattutto della donna, ma danneggia quanti la promuovono o la permettono, basandosi su una cattiva interpretazione della libertà di espressione e di mercato”. Non si deve comunicare e neppure vendere o comprare tutto ciò che si può, aggiungono i vescovi spagnoli. Il ministero della Sanità, Politica sociale ed Eguaglianza, sta attualmente cercando formule per regolamentare questi annunci sui mezzi di comunicazione sociale sebbene alcuni editori di giornali abbiano espresso il loro dissenso. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera all’iniziativa del ministero diretto da Leire Pajín, che dovrebbe essere discusso dal Congresso dei deputati nel prossimo mese di luglio. Ora la Chiesa ha espresso il suo sostegno a quanti «portano avanti la campagna di rivendicazione di una stampa libera da pubblicità e annunci di commercio sessuale». E tra questi c’è anche “La Razón”. (L.Z.)







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