Mons. Vegliò: l'Europa favorisca l'integrazione degli immigrati senza nascondere le
sue radici cristiane
Il dialogo e l’educazione sono gli strumenti indispensabili per promuovere l’integrazione
dei migranti in Europa: è quanto affermato oggi dall’arcivescovo Antonio Maria Vegliò
alla Conferenza sul dialogo interreligioso, in corso a Budapest, promossa dalla presidenza
dell’Ungheria del Consiglio dell’Unione Europea. Il presidente del dicastero vaticano
per i Migranti e gli Itineranti si è in particolare soffermato sul ruolo delle religioni
nell’integrazione degli immigrati. All’evento, che si conclude domani, prendono parte
il cardinale Peter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa,
e numerosi rappresentanti istituzionali. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“La diversità
culturale è innanzitutto una ricchezza”: è quanto sottolineato dall’arcivescovo Vegliò
che, nel suo articolato intervento a Budapest, ha ribadito il ruolo positivo delle
religioni nell’integrazione dei migranti, soprattutto nel Continente europeo. Dopo
una disamina sul contesto culturale in cui si pone il fenomeno dell’emigrazione verso
l’Europa, il discorso del presule si è focalizzato sul binomio dialogo-educazione.
Questi, ha detto mons. Vegliò, sono gli strumenti indispensabili per dar vita ad una
reale convivenza ed integrazione di persone con culture differenti. Il presule ha
indicato alcuni degli obiettivi di questo impegno: l’accoglienza, la cooperazione,
il rispetto, il contrastare quegli atteggiamenti di paura o indifferenza verso la
diversità. Mons. Vegliò ha tenuto quindi a sottolineare che non bisogna puntare ad
un’assimilazione dei migranti che ne cancelli la storia. Piuttosto, ha affermato,
è da ricercare un’integrazione autentica, attraverso “la conoscenza serena e senza
pregiudizi” della cultura altrui.
L’immigrazione, ha affermato ancora
il presule, non deve essere percepita come una minaccia contro l’identità sociale
e culturale della nostra società. Per questo, ha avvertito, serve un cambio di mentalità
che va favorito innanzitutto dalle confessioni religiose impegnate nella formazione
delle coscienze. “Le religioni – ha detto – devono assumere un ruolo fondamentale”,
poiché per una reale integrazione, non basta considerare “le istanze politiche, economiche
e sociali”. Mons. Vegliò ha d’altro canto evidenziato che l’Europa non può pensare
di favorire una reale integrazione dei migranti nascondendo le sue radici cristiane,
i valori e i principi che ne hanno determinato la nascita. Ed ha ribadito che la tolleranza
non va confusa con l’accettazione acritica di ogni stile di vita. Il capo dicastero
vaticano ha infine assicurato l’impegno della Chiesa cattolica a “mettersi al servizio
della costruzione europea”, a promuovere il dialogo interculturale collaborando con
le altre realtà religiose e le istituzioni civili.