2011-06-02 12:54:27

Convegno cristiano-islamico: per l’arcivescovo di Tunisi “la paura è una cattiva consigliera”


“La paura è una cattiva consigliera” quando si affronta il tema delle relazioni tra cristianesimo ed islam. Lo ha detto ieri, come riporta l'agenzia Sir, l’arcivescovo di Tunisi, mons. Maroun Lahham, intervenendo al convegno torinese del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. “Noto un po’ dappertutto in Europa - ha detto il presule – una certa fatica e una certa paura che possono determinare un rifiuto dell’islam. “Le relazioni tra cristiani e musulmani – ha specificato – non saranno mai esenti da ombre né da incomprensioni. Ombre sì, ma non crisi, e assolutamente mai panico”, ha però chiarito l’arcivescovo. “I responsabili religiosi, di una parte e dell’altra – ha proseguito mons. Lahham – hanno una grande sfida, quella di andare spesso controcorrente”. Per quanto riguarda i cristiani, il loro compito è di affermare “che la presenza cristiana nel mondo arabo non è frutto di un caso, ma piuttosto il segno della volontà di Dio”. L’appello ai responsabili islamici è invece di “dire a chiara voce che le società arabe musulmane non sono concepibili senza gli arabi cristiani”. In questo contesto, ha chiarito l’arcivescovo, bisogna tenere conto del fatto che “il cristianesimo non è un mondo monolitico, e non lo è nemmeno l’islam. Il vasto mondo del dialogo cristiano-islamico in Medio Oriente e in Nord Africa è quindi assai variegato”. Però bisogna anche dire – ha ripreso il presule – che la lunga storia di dialogo non può che portare del bene agli uni e agli altri soprattutto se conduce, come è stato per la famosa primavera araba, alla libertà religiosa, al diritto alla differenza e a una certa separazione dei poteri. Mons. Maroun ha quindi concluso il suo intervento invitando a non seguire la strada della “sfiducia o addirittura del conflitto” e a leggere invece “i segni dei tempi” che permettono di individuare “quei semi di verità che Dio ha seminato nel cuore di ogni uomo” e di dare “all’uomo di oggi la testimonianza che la vera fede in Dio non può che avvicinare i credenti gli uni agli altri nel rispetto e nella collaborazione”. (D.M.)







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