2 Giugno: i militari pagano il prezzo più alto per il bene comune dell'uomo
mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo Ordinario MIlitare per l'Italia La Festa della
Repubblica, diventa la certezza che l'Italia può continuare a promuovere nel mondo
la stabilità e lo sviluppo ed a sostenere la causa dei diritti umani. Proprio nella
Festa della Repubblica italiana, devo esprimere il disagio dei nostri militari. A
fronte di affermazioni che circolano in questi giorni sull'esistenza o meno di guerre
pulite in relazione agli ultimi militari italiani feriti in missioni all'estero, dico
che l'Istituzione militare paga oggi il prezzo più alto dinanzi alla tendenza di far
prevalere interessi di parte sul bene comune della famiglia umana. I militari sanno
che la vita umana è un dono e che va custodita. Che cosa sono la Libia, Lampedusa,
l'Afghanistan e il Libano, il Kosovo, Haiti: sono testimonianze dalle mille forme
di accoglienza, non respingimento, costruzione di dialogo non discriminazione. La
pace per i militari non può essere trattata come un problema impersonale. E' un gesto
connaturale, ma motivato, di carità. Formulando gli auguri nel giorno della
festa della Repubblica italiana , voglio riprendere il discorso del nostro Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano e la recentissima preghiera a Santa Maria Maggiore
con il Papa ed i vescovi italiani. "L'Italia è una ed è indivisibile". Penso che possa
essere l'augurio più bello se ognuno di noi, pagando di persona, immagina e realizza
un'Italia meravigliosa. Un Paese sempre più amalgamato, oltre i soggettivismi e gli
egosimi, per il bene di un Paese che il Signore ci ha donato e che dobbiamo custodire
nelle sue radici cristiane.