La Madonna di Pompei nelle strade di New York. Mons. Liberati: riportare le persone
a Gesù attraverso Maria
Ha preso il via, ieri, la Missione Mariana del Rosario negli Stati Uniti per accompagnare
il quadro della Madonna di Pompei nelle parrocchie americane. Fino al 27 giugno la
Madonna, infatti, sarà per le strade di New York, Washington e altre città della costa
orientale del Paese, per un tempo di preghiera e di evangelizzazione che coinvolgerà
non solo gli italiani emigrati, ma l’intera comunità cattolica. A guidare la missione
è mons. Carlo Liberati, arcivescovo di Pompei, che, al microfono di Salvatore
Cernuzio, ci racconta come è nata questa iniziativa.
R. - Come
arcivescovo di Pompei sto assistendo ad un crescendo formidabile della devozione mariana.
La gente, il popolo di Dio, i fedeli accedono sempre di più al nostro Santuario, ormai
siamo più o meno sui 4 milioni di pellegrini annui. Pompei è rimasta famosa nel mondo
per le sue opere di carità: qui sono cresciuti per oltre 80 anni mille orfanelli all’anno
dagli asili infantili, fino al momento di consegnarli alla vita e alle professioni.
La gente non ha dimenticato - anche all’estero - che qui molti di loro sono cresciuti,
sono diventati uomini e donne veri, nella società e nella Chiesa, quindi, gli emigranti
degli Stati Uniti d’America hanno richiesto a noi questa missione, per parlare loro
del Signore Gesù crocifisso e risorto e la sua Mamma che lo ha generato e che è Madre
di tutta la Chiesa cattolica.
D. - Come mai si è sentita la necessità
di realizzare questa missione di preghiera e di evangelizzazione proprio negli Stati
Uniti?
R. - Perché negli Stati Uniti, soprattutto nella fascia delle
diocesi di Newark, Washington, Philadelphia, Brooklyn, ecc. ci sono tantissimi figli
dei nostri emigrati italiani che conservano della Madonna di Pompei un ricordo straordinario.
Quindi, noi, che siamo stati aiutati per il sostegno delle opere dei nostri orfanelli
dobbiamo sentire la gratitudine. Poi, c’è il problema della scristianizzazione del
mondo di oggi, dove ogni sacerdote e ogni vescovo, ogni laico impegnato nella vita
cristiana si deve sentire collaboratore nella catechesi, nella carità viva. Il nostro
è un intento apostolico.
D. - Effettivamente come si svolge la missione?
R.
- Noi andremo nelle diocesi e nelle parrocchie che ci hanno già invitato e lì ci sarà
non solo la predicazione, ma ci sarà la celebrazione dell’Eucarestia e del Sacramento
della Penitenza, come due momenti indispensabili per la conversione e poi la recita
del Santo Rosario, perché ci mette attraverso Maria in comunicazione diretta con Gesù
e con i misteri della sua vita.
D. - Qual è l’obiettivo, quindi, di
questa missione mariana?
R. - Una nuova evangelizzazione. Riportare
per mezzo di Maria, la gente, anche quella tiepida, fredda o allontanata dalla Chiesa
e dalla pratica cristiana, al Signore Gesù, in modo che nel cristiano ci sia effettivamente
un cambiamento di mentalità, che non si faccia travolgere dall’indifferenza, dall’agnosticismo,
dal silenzio nei confronti di Dio, perché l’uomo e la donna del nostro tempo non peccano
tanto di ateismo; il problema di Dio oggi non si pone più per tanti, che pensano di
poter vivere tranquillamente senza il Signore: non c’è più bisogno di un Padre, che
ci ha mandato un Figlio, che è morto e risorto per noi e questo Figlio ci conserva
l’amore immenso di Dio attraverso lo Spirito Santo e la Madonna intercede per ciascuno
di noi e se la lasciamo fare ci prende per mano nel cammino della vita, questo è il
nostro scopo! Vogliamo essere Chiesa, evangelizzazione, rinnovamento, non vogliamo
più i cristiani pigri, indolenti, assonnati, distratti, vogliamo apostoli nella società
di oggi. (ma)