Immigrazione: l'esperienza della Germania al centro di un incontro nella sede della
Radio Vaticana
Ultimo incontro ieri, nella sede della nostra emittente, del ciclo “ Immigrati a Roma”
organizzato da Caritas diocesana, Camera di Commercio e Provincia di Roma e promosso
dal Dossier Statistico Immigrazione e dalla Cna. Nel percorso di prossimità tra Paesi
uniti dal fenomeno migratorio, il tema è stato “Italia -Germania. Esperienze di integrazione”,
introdotto dal direttore generale della Radio vaticana, padre Federico Lombardi. L’incontro
ha offerto dati e prospettive importanti. Il servizio è di Gabriella Ceraso:
Sin dal 1952
la Germania vanta un grande passato migratorio ed è attualmente il più grande Paese
d’immigrazione, in Europa, con oltre sette milioni di cittadini stranieri, contro
i poco più di quattro dell’Italia. “Questa storia ci ha insegnato molto”, spiega Dagmar
Feldgen, addetta sociale dell’Ambasciata di Germania:
“Abbiamo
imparato che non basta più scommettere sul mondo del lavoro. Soprattutto abbiamo riconosciuto,
con la legge sull’immigrazione, che noi siamo un Paese di immigrati. Da allora, c’è
un piano nazionale per l’integrazione trattato ai livelli politici più alti. Nel frattempo,
si è compreso ampiamente che l’integrazione non può essere disposta dall’alto”.
La
città di Mannheim, col 30 per cento di stranieri presenti, è l’esempio di integrazione
illustrato in giornata, basato soprattutto sullo sforzo di creare un senso di appartenenza
nei nuovi arrivati. E’ l’esperienza di Giacomo Salmeri, coordinatore
Cna a Mannheim da 11 anni:
“Una persona che adesso decidesse di andare
a vivere in Germania avrebbe come primo aspetto relativo all’accoglienza la possibilità
di imparare il tedesco gratuitamente e poi ci sarebbe la possibilità di orientarsi
nella città dove si è deciso di vivere. Non è obbligatorio frequentare i corsi: questa
è solo un’offerta che viene data tra le tante, come ad esempio i progetti per aiutare
la carriera scolastica dei ragazzi, per aiutare i disoccupati, per acquisire una qualifica
nel mondo del lavoro. La Germania ha cercato di imparare dagli errori commessi, di
recuperare un rapporto paritario di dialogo con i migranti. Credo che questa possa
essere una strada importante da percorrere anche per l’Italia”.
Modelli
unici per l’integrazione non esistono. In Germania, come in Italia, tuttora esistono
delle difficoltà, soprattutto riguardo le nuove generazioni. Appare però evidente
– soprattutto per gli italiani – la necessità di fare tesoro delle esperienze positive
vissute in Germania. Infatti, l’immigrazione in Italia aumenta ogni anno e in un decennio
si raggiungeranno i livelli dei vicini tedeschi. Fondamentale per il successo dell’integrazione
in Germania, in tanti anni, è stato l’apporto dei missionari italiani, così come oggi
è l’esperienza cristiana dei due Paesi che può costituire un valore aggiuntivo nel
contesto europeo delle migrazioni. E’ quanto afferma mons. Giancarlo Perego,
direttore generale Fondazione Migrantes:
“Il cristianesimo non è semplicemente
un’idea ma è una vita. Quindi le persone che uniscono fede e vita, fede e cultura
possono ricostruire anche qualcosa di importante in termini di tutela del lavoro e
valorizzazione di alcune esperienze politiche che oggi sono deboli – penso ai ricongiungimenti
familiari - in termini di scolarizzazione. Buone prassi che effettivamente possono
aiutare a rendere ‘cittadinanza’ e ‘integrazione’ delle parole vere”.