Il Papa affida a Maria la Chiesa e il mondo intero
“In questo tempo pasquale, mentre invochiamo dal Risorto il dono del suo Spirito,
affidiamo alla materna intercessione della Madonna la Chiesa e il mondo intero”: così
il Papa ieri sera a conclusione del Rosario presieduto dal cardinale Comastri nella
Grotta di Nostra Signora di Lourdes in Vaticano per la fine del Mese di maggio. “Maria
Santissima che nel Cenacolo ha invocato con gli Apostoli il Consolatore – ha concluso
- ottenga ad ogni battezzato la grazia di una vita illuminata dal mistero del Dio
crocifisso e risorto, il dono di saper accogliere sempre più nella propria esistenza
la signoria di Colui che con la sua risurrezione ha sconfitto la morte”. Di seguito
il testo del discorso del Papa:
Cari fratelli e sorelle,
sono
lieto di unirmi a voi in preghiera, ai piedi della Vergine Santa, che oggi contempliamo
nella Festa della Visitazione. Saluto e ringrazio il Signor Cardinale Angelo Comastri,
Arciprete della Basilica di San Pietro, i Cardinali e i Vescovi presenti, e tutti
voi che siete qui convenuti questa sera. A conclusione del mese di Maggio, vogliamo
unire la nostra voce a quella di Maria, nel suo stesso cantico di lode; con Lei vogliamo
magnificare il Signore per le meraviglie che continua ad operare nella vita della
Chiesa e di ciascuno di noi. In particolare, è stato e rimane per tutti motivo di
grande gioia e gratitudine l’avere iniziato questo mese mariano con la memorabile
Beatificazione di Giovanni Paolo II. Quale grande dono di grazia è stata, per la Chiesa
intera, la vita di questo grande Papa! La sua testimonianza continua ad illuminare
le nostre esistenze e ci è di sprone ad essere veri discepoli del Signore, a seguirLo
con il coraggio della fede, ad amarLo con lo stesso entusiasmo con cui egli ha donato
a Lui la propria vita.
Meditando oggi la Visitazione di Maria, siamo
portati a riflettere proprio su questo coraggio della fede. Colei che Elisabetta accoglie
nella sua casa è la Vergine che “ha creduto” all’annuncio dell’Angelo e ha risposto
con fede, accettando con coraggio il progetto di Dio per la sua vita e accogliendo
così in sé la Parola eterna dell’Altissimo. Come sottolineava il mio beato Predecessore
nell’Enciclica Redemptoris Mater, è mediante la fede che Maria ha pronunciato il suo
fiat, «si è abbandonata a Dio senza riserve ed “ha consacrato totalmente se stessa,
quale ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo”» (n. 13; cfr Conc.
Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 56). Per questo Elisabetta, nel salutarla,
esclama: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha
detto” (Lc 1,45). Maria ha davvero creduto che “nulla è impossibile a Dio” (v. 37)
e, forte di questa fiducia, si è lasciata guidare dallo Spirito Santo nell’obbedienza
quotidiana ai suoi disegni. Come non desiderare, per la nostra vita, lo stesso abbandono
fiducioso? Come potremmo precluderci quella beatitudine che nasce da una così intima
e profonda consuetudine con Gesù? Perciò, rivolgendoci oggi alla “piena di grazia”,
le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza divina, di poter pronunciare
ogni giorno il nostro “sì” ai disegni di Dio con la stessa fede umile e schietta con
cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in sé la Parola di Dio, si è
abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta sempre più generosa e incondizionata
ai suoi progetti, anche quando in essi siamo chiamati ad abbracciare la croce.
In
questo tempo pasquale, mentre invochiamo dal Risorto il dono del suo Spirito, affidiamo
alla materna intercessione della Madonna la Chiesa e il mondo intero. Maria Santissima
che nel Cenacolo ha invocato con gli Apostoli il Consolatore, ottenga ad ogni battezzato
la grazia di una vita illuminata dal mistero del Dio crocifisso e risorto, il dono
di saper accogliere sempre più nella propria esistenza la signoria di Colui che con
la sua risurrezione ha sconfitto la morte. Cari amici, su ciascuno di voi, sui vostri
cari, in particolare su quanti soffrono, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.