2011-06-01 16:04:42

A 100 giorni dall’arresto di un docente, restano sospese le lezioni dell’Università del Malawi


Sono passati cento giorni dal 12 febbraio, quando la Polizia del Malawi ha arrestato Blessing Chinsinga, un professore che aveva parlato degli avvenimenti in Nord Africa, creando un parallelismo con la situazione del Paese africano. Lo riferisce all’agenzia Fides padre Piergiorgio Gamba, missionario monfortano che da oltre 30 anni vive ed opera in Malawi. “Di fronte all’indebito attacco alla libertà di insegnamento accademico sancita dalla Costituzione, da parte della Polizia, i membri dell'Unione dei professori dell'Università (Chanco Academic Staff Union) avevano chiesto le scuse delle autorità” ricorda il missionario. “La risposta è venuta dallo stesso presidente, Bingu wa Mutharika, che ricopre anche la massima carica dell'Università locale, che ha accusato i professori di incitare alla violenza”. Da allora sono passati cento giorni senza che le lezioni siano riprese al campus universitario. “Nonostante la pesante repressione delle manifestazioni e le forti intimidazioni a tutti i livelli, i professori e gli studenti hanno continuato la loro protesta per oltre tre mesi, anche se sanno che pagheranno cara questa sfida. Per loro non ci sarà posto in nessuna istituzione statale e il governo spera solo che il movimento si sfaldi da solo”, spiega padre Gamba. “Senza salari per i professori e con gli studenti presi di mira dalla Polizia, si pensava che la protesta si sarebbe spenta a poco a poco. Il governo ha più volte presentato ricorso alla Corte giudiziaria per espellere i manifestanti dall'Università, senza riuscirci. Ha addirittura pagato alcuni studenti per denunciare all’autorità giudiziaria i loro insegnanti”, ricorda il missionario. “Stranamente non è andata come il governo sperava, perché è cresciuto invece il sostegno da parte di diverse Università di tutto il mondo”. Di fronte alla grave situazione politica, economica e sociale del Paese, padre Gamba afferma che “l'unica speranza resta il ‘vento del Nord Africa’, che possa scendere a sud come movimento di liberazione. La guerra continua della Nato in Libia purtroppo non contribuisce a fare spazio a un'immagine di democrazia e di dialogo. Anche le antiche democrazie dimostrano di usare i mezzi e i modi che più rispondono ai loro interessi”, conclude il missionario. (R.G.)







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