Libia, il presidente africano Zuma tenta la mediazione con Gheddafi
Potrebbe essere ad una svolta la crisi libica. Dopo il colloquio di ieri a Tripoli
con il presidente sudafricano Jacob Zuma, Gheddafi si sarebbe detto disponibile ad
accettare il piano dell’Unione Africana. Lo ha riferito stamani lo stesso mediatore.
Intanto, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, è a Bengasi, in Cirenaica,
dove sta incontrando i vertici del Consiglio Nazionale Transitorio libico. Sul terreno
continuano i raid della Nato. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Il colloquio
Zuma-Gheddafi non è servito al rais solo per tornare agli onori della cronaca – è
infatti riapparso in televisione nel pieno dei suoi poteri – ma evidentemente anche
a prendere atto che a questo punto della crisi occorre cedere ad una qualche proposta
di soluzione. Tornato a Johannesburg, il presidente sudafricano ha annunciato
che Gheddafi è pronto ad applicare la road map, il piano di pace per la Libia messo
a punto dall'Unione Africana. Forti anche le critiche di Zuma nei confronti della
Nato per i bombardamenti, che – si apprende da fonti governative – oltre ad obiettivi
militari continuano a coinvolgere i civili. Gheddafi – ha detto ancora Zuma – è disposto
a proclamare una tregua che ponga fine ai combattimenti. Un cessate il fuoco generale
è stato chiesto proprio dal Sudafrica, per garantire un sereno inizio dei colloqui
di pace. Intanto, sull’altro fronte, a Bengasi, il leader degli insorti, Mustafa Abdul
Jalil, ex ministro della Giustizia a Tripoli, ha incontrato il ministro degli Esteri
italiano, Frattini, che inaugura la sede del consolato generale, di fatto la prima
rappresentanza italiana presso gli insorti. La missione di Frattini segue quella del
capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, che, il 22 maggio scorso, ha a sua
volta inaugurato una sede diplomatica europea a Bengasi. Sul terreno continuano i
raid della Nato su Tripoli e dintorni. I nuovi bombardamenti, secondo la televisione
di Stato libica, hanno colpito i quartieri periferici della capitale di Tajura e di
Al-Jafra. Centrati siti militari e civili con vittime e gravi danni. La crisi libica
è oggi in discussione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.